CRONACA – François Ruffin ha deciso di cantare: Andiamo, figli del mio paesela sua versione di La Marseillaise.
Questo articolo proviene da “Figaro Magazine”
Forse non siamo d'accordo con le opinioni politiche di François Ruffin, ma dobbiamo riconoscere diverse cose su di lui: in primo luogo, è ben lungi dall'essere un idiota quando si tratta di sostenere le sue idee, in secondo luogo, ha avuto il coraggio – raro in politica – di separarsi da l'isteria del partito a cui aveva aderito, LFI, che criticava il Che francese, fanatico di Hugo Chávez dopo essere stato un ammiratore di Trotsky. A seguito di queste decisioni finali, si è ritrovato un po' solo, senza alcuna vera formazione a sostenerlo. Cosa fare allora?
Decise di cantare: Andiamo, figli del mio paese, la sua versione della Marsigliese, così descritta dal suo editore: “Questo titolo, scritto da François Ruffin […]vi invita a condividere un momento transpartisan pieno di sincerità. Moderno, festoso, è pensato per riunire tutti i cuori, anche quelli che battono all'impazzata. Con questa canzone potremo battere le strade, lanciare una tendenza su TikTok (grazie per aver pubblicizzato il social network cinese che spia i nostri dati, NDA) o addirittura ravvivare le discussioni della vigilia di Natale […]. Forza, figli del mio Paese, invocate la comunione e l'espressione collettiva. Ciò dimostra che, nonostante le attuali turbolenze, l’unità è ancora possibile – e persino gioiosa. Questo titolo provoca sia il dibattito… che la danza. »
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Grandi festeggiamenti in prospettiva, con la liberazione della mucca, sarebbe ancora meglio. Ruffin rappa, non peggio di Jul, ma comunque è piuttosto di fascia bassa. Mélenchon potrebbe, nello spirito dello scontro proprio del rap, rispondere con Antisocial (Perdi la calma). E Marine Le Pen: ci ameremo?
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