Oh Canada-LLC ARP
Richard Gere e Uma Thurman in “Oh Canada” di Paul Schrader
CINEMA – Sette anni dopo I Tre CristiRichard Gere ritorna in un registro drammatico. L'attore 75enne (e sosia non ufficiale di François Bayrou) è il protagonista di Oh Canadaal fianco di Uma Thurman e Jacob Elordi. Il lungometraggio di Paul Schrader (Gigolò americano) è un pregiudizio molto chiaro sulla fine della vita e sulle ultime confessioni di un uomo che pensa di non aver detto tutto. Presentato come a « film puzzle », non possiamo fare a meno di pensare che manchino alcune parti, soprattutto gli angoli.
Oh Canada è il libero adattamento del romanzo Scontato di Russell Banks. Il film segue il destino di un uomo, Leonard Fife (Richard Gere), ex documentarista riconosciuto e volto emblematico della sinistra dopo essere emigrato illegalmente in Canada per sfuggire alla coscrizione durante la guerra del Vietnam. Decenni dopo, mentre sta morendo di a “cattivo tipo di cancro”Leo accetta di parlare davanti alla telecamera e di raccontare la storia della sua vita agli ex studenti diventati documentaristi.
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Ma quello che doveva essere un documentario sulla sua carriera diventa, non appena la telecamera si accende, l'ultima confessione di un uomo morente destinato a mandare in frantumi il proprio mito, con la moglie Emma (Uma Thurman) come testimone. La mente di Leonard è offuscata dai farmaci, quindi Paul Schrader ha scelto di non realizzare un film lineare. I ricordi di Leo si susseguono disordinatamente, a volte contraddicendosi, perché il protagonista è perduto. E a poco a poco anche il regista perde noi.
Un caleidoscopio di diapositive sconnesse
Jacob Elordi interpreta il giovane Leo. Che i due attori non abbiano nulla in comune fisicamente va comunque bene. Ma Richard Gere a volte irrompe nei suoi ricordi giovanili, aumentando la nostra confusione. Le sequenze si susseguono veloci, intervallate da ritorni al presente, a volte brutali e senza motivo apparente.
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La mente di Leonard non è più lucida, sua moglie è convinta che stia mescolando finzione e realtà, e che lui “inventa la metà di quello che dice”. Anche lo spettatore non sa cosa è vero, non può ordinare e ricreare la cronologia. I baffi (o la mancanza di essi) di Jacob Elordi non bastano a guidarlo. Inoltre, Paul Schrader ha deciso di moltiplicare i formati delle immagini e le tavolozze tonali, per aiutarci a identificare le diverse epoche.
Sfortunatamente, non funziona. Al contrario, aumenta la sensazione di guardare diapositive sconnesse, senza nessuno che ce le spieghi.
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Jacob Elordi balla “Oh Canada” di Paul Schrader.
In Oh CanadaLeonard vuole offrire come testamento filmato un ritratto realistico dell'uomo che era realmente. Un uomo pieno di crepe, lontano dall'eroe che a lungo affermava di essere. Ma mentre la sua morte incombe, non sa più veramente chi è, e non lo sapremo mai nemmeno noi.
Oh Canada è un film rompicapo sì. Ma un puzzle di cui nessuno ci ha dato il modello, e di cui mancano molti pezzi. Non di quelli che finiscono incorniciati sulla parete del soggiorno, non i nostri comunque.
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