#MeToo nel cinema francese: Benoît Jacquot e Jacques Doillon messi in custodia di polizia per violenza sessuale

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Una nuova tappa cruciale nella vicenda che scuote il cinema francese da diversi mesi. I registi Benoît Jacquot, 77 anni, e Jacques Doillon, 80 anni, sono stati convocati questo lunedì mattina presso la Brigata di Protezione dei Minori di Parigi per essere posti in custodia di polizia.

Questo provvedimento rientra nell’inchiesta aperta a seguito delle denunce presentate da diverse attrici, tra cui Judith Godrèche, per atti di violenza sessuale.

Accuse gravi che risalgono a diversi decenni fa

La vicenda è scoppiata lo scorso febbraio quando l’attrice Judith Godrèche ha sporto denuncia contro Benoît Jacquot per stupro di una minorenne di 15 anni e contro Jacques Doillon per violenza sessuale. L’attrice, oggi 52enne, accusa Benoît Jacquot di aver abusato di lei dal 1986, quando lei aveva solo 14 anni e lui 39. Lei denuncia una relazione di “diritto di accesso” e di “perversione” che sarebbe durato fino al 1992.

Per quanto riguarda Jacques Doillon, Judith Godrèche lo accusa di aver “tentare” mentre girava una scena di sesso non pianificata nel 1989, quando aveva 15 anni.

Anche altre attrici hanno presentato denunce o testimoniato contro i due registi. Isild Le Besco accusa Benoît Jacquot di stupro di minorenne tra il 1998 e il 2007, mentre Julia Roy denuncia violenza sessuale da parte sua. Anna Mouglalis afferma di essere stata baciata con la forza da Jacques Doillon nel 2011.

Custodia contestata dagli avvocati

La messa in custodia dei due cineasti è stata fortemente criticata dai rispettivi avvocati. Io Julia Minkowski, che difende Benoît Jacquot, ho dichiarato: “Deploro tutte queste disfunzioni della giustizia, grazie alla copertura ultramediatica che porta ad eccessi inaccettabili”. Lei ritiene che “si sarebbe dovuta decidere un’udienza libera”.

Da parte sua, Me Marie Dosé, avvocato di Jacques Doillon, giudica questa misura “inutile, sproporzionato e indecente. Lei sostiene che il suo cliente “avrebbe dovuto essere ascoltato nell’ambito di una libera udienza, considerata l’età dei fatti, la loro prescrizione acquisita da oltre un ventennio, e l’inevitabile archiviazione del procedimento che chiuderà questa indagine”.

Un caso che scuote il cinema francese

Questa vicenda fa parte di un più ampio movimento a favore della libertà di parola nel settore cinematografico francese. Ciò ha portato, venerdì scorso, alle dimissioni di Dominique Boutonnat dalla carica di direttore del Centro Nazionale del Cinema (CNC), in seguito alla sua condanna per violenza sessuale.

Judith Godrèche, che ha rotto il silenzio, ha reagito su Instagram alla custodia dei due registi: “Sto piangendo. Non so se avrò la forza ma lo farò. Lo avrò, lo avrò.”

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