La campionessa algerina Imane Khelif si sta ritagliando un posto nel mondo della moda. Dopo “Vogue Arabia”, ha realizzato la copertina di una famosa rivista francese.
Imane Khelif è stata vittima di feroci e malsane molestie, prima, durante e dopo i Giochi Olimpici di Parigi-2024, da parte di diverse personalità e media che mettevano in dubbio il suo genere. Ma è stata una benedizione sotto mentite spoglie, va detto.
Innanzitutto ha fornito un’ulteriore motivazione alla campionessa algerina, che ha risposto ai detrattori sul ring, schiacciando tutte le sue avversarie fino a vincere la medaglia d’oro. Inoltre, è stato un “brutto brusio” a rendere il giovane pugile algerino una grande celebrità nel mondo. Dopo aver completato il lavoro alle Olimpiadi, si sta creando un posto nel mondo della moda.
È infatti sulla copertina di M, la rivista del quotidiano Le Monde che titola: “Imane Khelif, nascita di una musa”. In questa edizione il settimanale ripercorre il viaggio del campione algerino divenuto simbolo di identità e resilienza. La descrive come “campionessa olimpica di boxe, bersaglio dell’estrema destra, adorata in Algeria e icona della moda”.
“Sono stato vittima di bullismo fin da quando ero piccolo”
Nella sua intervista con M le magazine du Monde, Imane Khelif ha confidato di aver subito molestie fin da quando era piccola. “Sono stato vittima di bullismo fin da quando ero piccolo. Da bambino venivo criticato perché ero troppo muscoloso o perché camminavo come un ragazzino. Commenti di questo tipo sono sempre stati presenti nella mia vita, in modo più o meno violento”, racconta.
La nativa di Tiaret ha anche rivelato di aver fatto molto affidamento sui suoi psicologi per superare le angherie mediatiche di cui è stata vittima durante i Giochi Olimpici di Parigi. “Abbiamo fatto sessioni di rilassamento mentale, con un dispositivo per rilassare il cervello. Gli psicologi mi hanno ricordato che ero venuta con un obiettivo da raggiungere e che tutti avrebbero cercato di farmi deviare da esso”, ha detto.
L’origine della controversia risiede nella sua esclusione dai campionati mondiali di boxe disputati nel marzo 2023. Secondo l’International Boxing Federation, Khelif avrebbe poi fallito un test volto a stabilire il suo sesso. Non riconosciuta dal mondo olimpico, l’IBA si è rifiutata di specificare che tipo di test fosse stato effettuato, mentre il CIO aveva stimato di poter partecipare ai Giochi nel torneo femminile. Da allora, il pugile ha dovuto affrontare campagne di odio e disinformazione, venate di razzismo.