Dopo una giornata di ricovero in ospedale, Dominique Pelicot, la principale accusata del processo per stupro di Mazan, è tornata venerdì al tribunale penale di Vaucluse, per l’inizio dell’esame dei fatti riguardanti gli ultimi sette dei 51 imputati in questo caso fuori norma.
Seduto sulla sua poltrona blu, in una scatola di vetro separata da quella dei coimputati detenuti, il settantenne, gilet grigio e camicia bianca, gambe accavallate, sembrava distante e assente, come disinteressato allo svolgimento dei dibattiti.
Dopo l’audizione finale di un esperto psichiatrico, per tracciare un ritratto di Charly A., 30 anni, la corte ha cominciato a studiare concretamente i fatti riguardanti i sette imputati della settimana.
Charly A è uno dei quattro coimputati ad essersi recato sei volte nella casa coniugale Pelicot, a Mazan (Vaucluse), su invito di Dominique Pelicot, che aveva così reclutato decine di uomini perché venissero a violentare le sue ex-sposate Gisèle, dopo averla drogata con ansiolitici.
Secondo il presidente del tribunale, Roger Arata, l’esame dei fatti riguardanti questi sette uomini, di età compresa tra 30 e 69 anni, dovrebbe estendersi fino a lunedì.
I due figli saranno ascoltati dal tribunale
Lunedì pomeriggio dovrebbe poi essere dedicato all’udienza dei due figli della coppia Pelicot, David e Florian, gli unici due membri della famiglia a non essere ancora stati ascoltati dal tribunale, ad Avignone.
La loro sorella Caroline e le due cognate sono state ascoltate durante la prima settimana di questo processo, iniziato il 2 settembre.
Dopo lunedì, che dovrebbe essere l’ultimo giorno dedicato al dibattito sui fatti, questo processo simbolico sulla questione della violenza sulle donne e della sottomissione chimica entrerà in una nuova fase, quella delle memorie, che inizierà martedì partiti.
ATS