Diventata mamma, la musicista mette la trasmissione al centro del suo nuovo album, Il mio sangue. Una versione rock di un inno all’amore.
Ogni volta è come se regalasse una parte di sé. Il suo seno sotto il quale era A Granada, figlio Cuore nel suo secondo album. E, con Il mio sangue, questo fuoco che irriga le sue vene e quelle di suo figlio, nato un anno fa. Registrato durante la gravidanza, il terzo album di Clara Luciani risuona della felicità e della vertigine di essere madre, con il ritornello solare di Tutto per me alla canzone del titolo, alla quale il musicista ha invitato i suoi genitori e sua sorella Ehla. È tutta una questione di trasmissione in questo disco immaginato come uno scrigno di tesori, dove troviamo ciò che ha costruito Clara Luciani: il sostegno e i silenzi della sua famiglia, i suoi dubbi e le sue lotte, la sua malinconia così come la sua gioia.
Anche la musica: Il mio sangue trae origine dai primi amori rock del suo autore, con i suoi sintetizzatori psichedelici, le sue chitarre e i suoi riferimenti a Paul McCartney e ai Pixies. E a Françoise Hardy, a cui pensiamo in Interludio, bellissimo titolo che Luciani scrisse tuttavia prima della scomparsa dell’icona degli anni Sessanta, nel momento in cui, appena sposata, disse addio al suo status di signorina. Oggi Clara Luciani sta entrando in una nuova era che la vede diventare più sicura di sé, più forte. Anche muovendo i primi passi nel cinema nel Abbastanza carino, commedia romantica e musicale con canzoni di Alex Beaupain. Osare fidarsi l’uno dell’altro, finalmente.
Madame Figaro. – Tuo figlio ha appena compiuto un anno. La felicità di essere madre, in cui canti Il mio sangue, è ancora così grande? ?
Chiara Luciani. – Sì, è addirittura raddoppiato: c’è la gioia di questo primo anno con mio figlio, ma anche di questo album. Ovviamente non è la stessa intensità, ma vedere nascere un nuovo disco è davvero commovente, soprattutto questo. Perché ho l’impressione, per la prima volta, di poter essere allo stesso tempo cantante e mamma, il che non era scontato.
Per quello ?
Perché ero sopraffatto dalle mie emozioni. Pensavo che non avrei mai potuto dare abbastanza spazio alla mia carriera, e mi sarebbe dispiaciuto rinunciare a questo aspetto della mia vita che, fino ad ora, è stato il più importante. Ma ci sto arrivando. L’ho fatto con metodo, lasciando mio figlio poco a poco, per tre o quattro ore, per poi concedermi di andare a lavorare giornate intere… E ne sono molto orgoglioso.
La questione opposta non si è mai posta ? Come fare spazio a un figlio in una carriera così intensa ?
No, perché ha sempre avuto il suo posto, anche quando non esisteva. Questo album è stato scritto per dirgli chi sono, da dove viene. Quando mi sono girato Abbastanza carino, aveva 4 mesi ed è venuto sul set. A volte rilascio interviste vicino a casa mia per fare merenda con lui. E verrà in tour con me. Come donne, spesso è questo il pericolo: troviamo sempre tempo per gli altri, ma abbiamo più difficoltà a trovare tempo per noi stesse. Ho fatto molti progressi, mi sento meno in colpa quando mi permetto di divertirmi o di portare a termine progetti per me fondamentali.
Jerome Bonnet / modd
In Tutto per me, canti “prima di te quasi non esistevo”… Eppure la tua vita sembrava piena ?
Ovviamente. Ma volevo raccontare la storia di ciò che proviamo quando troviamo il vero amore; o suo figlio. Non ho avuto un figlio per riempire un vuoto, ma l’intensità di ciò che sto vivendo oggi mi fa pensare che prima ci fosse una sorta di tiepidezza. Con lui tutto decuplica. Appena succede qualcosa di positivo, voglio che sia lì, per raccontarglielo.
La maternità non arriva senza ansia: siamo responsabili di una nuova vita, diventiamo consapevoli anche della nostra stessa mortalità…
Sì, ma mi ha consolato. Fin dall’infanzia, avevo forti paure notturne che mi dicevano che stavo per morire, e questo si è calmato. Ovviamente, come dice Woody Allen, preferirei non essere lì il giorno in cui accadrà… Ma mi dico che ho fatto la mia Olympia, mio figlio, ho detto tante cose che volevo esprimere, tutte le persone che ho amore, sappilo… Accadrà quando dovrà accadere. Ed è meno grave che se fosse stato dieci anni fa.
Canzoni come Il dolore dell’amico O Peccato esprimi anche i limiti che poni nei confronti degli altri… Per quello ?
Credo che diventando madre e adulta ho imparato a non caricarmi più di relazioni che mi feriscono. Tendo ad essere una ragazza buona e indulgente. Non ho più tempo per tutto questo. Voglio stare con persone che mi fanno del bene, che mi sostengono, e questa è una novità per me.
Come donne, spesso è questo il pericolo: troviamo sempre tempo per gli altri, ma abbiamo più difficoltà a trovare tempo per noi stesse.
Chiara Luciani
Il disco parla molto della tua famiglia. Che novità hai scoperto nel tuo “sangue”?
Ho condotto alcune indagini. A casa dei miei genitori abbiamo approfondito le foto, siamo tornati ai cugini siciliani di mia madre; Ho scoperto volti che mi somigliavano, è stato abbastanza inquietante. Mi ha dato una nuova visione della genitorialità, ho capito il livello di devozione che comportava. Penso che prima vivessi in una sorta di ingratitudine, la trovavo assolutamente normale, come tutti i bambini. Mentre questo rappresenta una montagna di sacrifici. La canzone chiamava Mia madre viene da lì: ho capito il suo amore per me. E perdonato molte cose.
Questa canzone evoca anche “l’inspiegabile tristezza” di tua madre. Hai capito meglio anche lei? ?
NO. Forse nella mia famiglia non si trasmettono gioielli ma questa tristezza, che ho anche dentro di me. Tuttavia non ho paura di raccontarlo, perché la mia storia è diversa. È una malinconia gentile, come una presenza che mi fa compagnia e di cui non ho più paura. Non dirò mai a mio figlio che non dovresti essere triste: piuttosto che devi saper controllare la tua tristezza, tenerla al guinzaglio. Perché è anche un terreno fertile per la creatività. Lo sublimo attraverso le mie canzoni, mia madre non aveva questo strumento.
Qual è stata la sua reazione quando ha sentito questa canzone?
Ci sono tante cose che mia madre non dice: con lei bisogna saper leggere tra le righe. Questo mi commuove perché sono circondato da persone che parlano molto, che dicono anche cose che non pensano. È sobria, come mio nonno. Questo è il lato siciliano della famiglia: tengono tutto e, allo stesso tempo, sono quelli che amano di più. Ma penso che fosse molto toccata.
“Il mio sangue”, di Clara Luciani (Romance/Universal). In concerto il 17 e 18 dicembre all’Olympia di Parigi, poi in tournée.
Abbastanza carinodi Diastème, con William Lebghil, nelle sale il 25 dicembre.