La guerra delle cialde: il conduttore Arthur continua la battaglia contro Nespresso: Novità

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La guerra nel settore del caffè dura da più di dieci anni. La Ethical Coffee Company, di cui Arthur possiede il 10%, concorrente di Nespresso, chiede 286 milioni di euro al colosso del caffè.

Tutto è iniziato nel 2010. Nespresso regna nel mercato delle macchine da caffè a cialde, attirando la concorrenza. È il caso di Ethical Coffee Company (ECC). L’azienda, anch’essa svizzera, si lancia nella produzione di cialde biodegradabili compatibili con le macchine Nespresso dopo aver investito 33 milioni di euro nello sviluppo del suo prodotto, come ricorda Le Figaro.

Concorrenza non gradita alla filiale Nestlé, che impedisce la commercializzazione delle capsule ECC in Svizzera registrandole come marchio. Per quanto riguarda la concorrenza in altri paesi, come la Francia, Nespresso riesce a modificare regolarmente le sue macchine, e quindi le sue capsule, costringendo i concorrenti ad adattarsi all’ultimo momento.

Dieci anni di battaglia legale

Me François Besse, avvocato dell’ECC, racconta la lunga storia “la guerra dei baccelli” ai nostri colleghi. Spiega che si è ritenuto che il cambiamento nella forma delle capsule fosse vero “potrebbe costituire un mezzo di natura tecnica per attuare vendite vincolate, qualificabile come abuso di posizione dominante da parte di Nespresso”, nel 2014, dall’Autorità garante della concorrenza in Svizzera. Anche se questa decisione si è pronunciata a favore dell’ECC, le trattative, in particolare per un contratto globale con Starbucks, si sono interrotte di colpo e sono state rilevate da Nespresso.

L’aggressiva concorrenza di Nespresso ha fatto sì che ECC rimanesse molto indietro sul mercato, facendo scendere il suo fatturato da 14,5 milioni di euro nel 2012 a 1,5 milioni nel 2017. Inoltre, altri concorrenti hanno colto l’occasione per svilupparsi nel campo delle capsule compatibili con Nespresso, come L’Or Espresso o Carte Noire.

Dopo diversi anni di battaglia legale alla quale è stato di fatto coinvolto il padrone di casa Arthur, nel 2021 il Tribunale federale svizzero, la massima corte del paese, si è pronunciato definitivamente a favore dell’ECC. L’azienda chiede quindi 279 milioni di franchi svizzeri (286 milioni di euro), come assicura Me François Besse “ben al di sotto dei danni effettivamente subiti”aggiungendolo “anche se riparassero il danno, il guadagno ottenuto dalla scomparsa dell’azienda sarebbe molto maggiore” per Nespresso. Da parte sua, la filiale della Nestlé assicura di non accettare “accuse” dell’ECC.

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