Valérie Chevalier: le eterne incertezze

Valérie Chevalier: le eterne incertezze
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Sono tutte queste grandi e non meno eterne domande che l’autrice, presentatrice e attrice Valérie Chevalier affronta in lei Certezze vagantisettima opera al tempo stesso romantica e letteraria, idealistica e introspettiva, piena di piste e altrettanti vicoli ciechi, pubblicata in questi giorni da Hurtubise.

In una parola: come fai a sapere quando hai trovato la persona giusta, quella giusta, quella persona con cui vuoi davvero fare un piccolo viaggio (di eternità)?

Se queste domande esistenziali ti infastidiscono, passa oltre. Ma se, al contrario, rimarrete allo stesso indirizzo e vi vivrete in queste peregrinazioni, sappiate che ne sarete abbondantemente (poeticamente?) serviti.

Il libro gira e rigira la questione da tutte le sue angolazioni, in quasi 250 pagine, a partire dalla storia di una donna di trent’anni alla ricerca di un certo ideale romantico. Un assoluto, se vuoi. “Un capolavoro, se non niente”, per parafrasare Alexandre Jardin, idolo del narratore… e dell’autore.

Valérie Chevalier non lo nasconde: questo romanzo, a metà tra un racconto e un saggio, è in gran parte ispirato alla sua vita. “È accettato”, conferma subito, preparandoci un espresso forte, nel suo appartamentino sull’Altopiano, che somiglia molto a quello che avevamo immaginato. C’è da dire che è teatro di molti strappi nel testo.

Dolce relazione

Questo perché le “certezze” e le idee di grandezza della sua narratrice vengono qui minate quando lei si ritrova un giorno in una relazione dolce, senza passione. L’uomo prescelto la seduce con l’uso, nella vita quotidiana (e in questo appartamento), con piccole attenzioni e altri semplici piaceri.

Da qui la sua domanda: è quella giusta? Una questione tanto più delicata quando si avvicina ai trentacinque anni, il suo desiderio di mettere su famiglia diventa sempre più pressante. “Che concisoSesso di passione, dice l’autore, alludendo a Jardin, con il desiderio di fondare una famiglia e costruirla a lungo termine?

“Sto tradendo il grande amante, appassionato, irriducibile?” si chiederà, in un volo tra tanti, che non tutte le Carrie Bradshaw negherebbero (Sesso a New York) tra di noi. Così facendo, ritorna ad alcune passioni del suo passato, incontri “vagabondi” tanto rinvigorenti quanto effimeri, certo, ma che tuttavia l’hanno resa la donna che è oggi.

“Questo libro è in linea con Tumulto di possibilità [2021], continua Valérie Chevalier. È con lo stesso spirito, mi è rimasto più impresso. […] C’è un lato dell’essere esposti. Del tutto scontato, come abbiamo detto.

Molti lettori si riconosceranno senza dubbio nelle sue riflessioni: “Il Principe Azzurro, nei libri sulle principesse, lei illustra, arriva sempre con una passione ardente. È una certezza. Ma nella vita ci sono più sfumature! È perché non ho ancora incontrato la persona giusta?”

“Quando c’è il dubbio, è il segno della fine? Oppure è tutto normale e fa parte dell’esperienza d’amore?

— Valeria Cavaliere

Certamente, queste domande tortuose non sono una novità qui. Lo testimoniano le numerose citazioni, da Nietzsche a Wajdi Mouawad passando per Marguerite Duras e Annie Ernaux, disseminate qua e là nel racconto. Uno dei primi riassume bene il pensiero dell’autore, ma risale a Simone de Beauvoir: “Era necessario che il prescelto si imponesse a me […] da una sorta di prova; altrimenti mi chiederei: perché proprio lui e non qualcun altro. Questo dubbio era incompatibile con il vero amore”.

“Inoltre, oggi abbiamo tanta libertà”, continua Valérie Chevalier. Possiamo comprarci una casa da soli, vivere da libertini in difficoltà e testimoniare tutte queste libertà che le nostre nonne non avevano, che rendono le scelte ancora più difficili!”

Per non parlare di tutte le strade possibili in tema di maternità: “Posso congelare i miei ovociti […] fare un bambino con il mio migliore amico gay […] vivere in custodia condivisa […]genitore single […] Ci sono così tante opzioni, è vertiginoso!”

Grandi libertà

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“È un grande lusso porsi queste domande”, afferma Valérie Chevalier. (Patrick Sanfaçon/La Presse)

Diciamolo chiaro: tutte queste questioni sono frutto di grandi libertà, insomma di grandi privilegi. Valérie Chevalier lo sa, e lo dice alla fine: “Siamo d’accordo che questi sono problemi di persone che non ne hanno”, scrive.

E lo ripropone in un’intervista: “È un grande lusso porsi queste domande”, conferma. Molte donne restano [avec un homme] per ragioni economiche. Ho il privilegio che il mio unico criterio sia: il sentimento dell’amore. Che privilegio!”

Tuttavia: privilegio o no, l’impasse c’è: “Come posso conciliare i miei desideri di indipendenza e di femminismo e questo desiderio di essere completamente sopraffatta da un uomo?”

La questione ovviamente non è vicina alla soluzione, ma Valérie Chevalier è lontana dall’idea di scoraggiarsi. “Oh no ! Non c’è niente di scoraggiante nel fatto che un essere umano faccia domande, ribatte. Non può essere, non preoccuparti. E mi piace approfondire tutto questo!”

Inoltre, buone notizie. A forza di “scavare”, l’eterno romantico ha finito per trovare, se non risposte, almeno una certa “convinzione”: “Non necessariamente ci saranno certezze”, suggerisce, “ma direi che ci vuole la convinzione di volere costruire insieme”. La parola chiave qui è: “insieme”.

“Ad un certo punto devi semplicemente tuffarti!”

>>>Certezze vagantiValérie Chevalier, 244 pagine (Hurtubise)>>>

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