di
Monica Scozzafava
Il Napoli trova il quinto successo consecutivo in campionato: autogol di Montipò e rete di Anguissa, Conte allunga sull’Atalanta e tiene l’Inter a -4
Le sponde di Lukakui giochi di prestigio di Neres: il Napoli costruisce così la sua forza per puntare adesso a qualcosa di più importante della qualificazione Champions, al di là degli intenti dichiarati. Batte il Veronaun girone dopo il disastro di inizio stagione, è la quinta vittoria di fila, e continua la fuga solitaria in testa alla classifica. Conte conferma: «Sì, stiamo crescendo, ci siamo vestiti con abiti diversi fino a trovare quello giusto. Abbiamo fiducia e autostima». Sbriga agevolmente la pratica Verona (accelerazioni, aggressioni e costruzione), guadagna punti sull’Atalanta e si proietta adesso al testa a testa con l’Interquattro punti sotto, ma con due gare da recuperare.
Napoli-Verona 2-0: la cronaca della partita
Senza Kvara sulla via di Parigima con un Neres che non lo fa rimpiangere, senza Buongiorno (assente da quattro partite) e con Juan Jesus rimesso a lucido. Spinazzola, altro riservista, fa gli straordinari al posto di Olivera, il generale Conte ha messo in riga anche lui che fa il terzino a tutta fascia, macina chilometri e fa il pieno di ossigeno («La rosa è coinvolta tutta, ha sopperito a defezioni importanti, ha dato le risposte giuste»). Il vantaggio fulmineo a inizio gara è un autogol di Montipòil Napoli divora per due volte il raddoppio ma ha la solidità, la forza e la maturità di resistere in una partita intensa e anche aperta, almeno fino al raddoppio dell’Anguissa al quarto d’ora della ripresa.
L’avvio è arrembante, necessario per scaldare la temperatura gelida della serata al Maradona. E l’approccio è sicuro. Il colpo da biliardo di Di Lorenzo al 5’ si stampa sul palo, Montipò si trova sulla traiettoria del rimbalzo e con la schiena si macchia con l’autogol. La squadra di Conte domina col palleggio, guadagna metri con le sterzate di Neres, gioca palla a terra, ha un andamento sicuro. Si lascia travolgere, probabilmente, dall’eccesso di consapevolezza, e in qualche frangente, pecca di leziosità e imprecisione. Le azioni sono quasi tutte d’ispirazione brasiliana con l’imprevedibilità di Neres: Mc Tominay manda altissimo un suo suggerimento che poteva essere appoggiato in rete; ma anche con le sponde di Lukaku (la sua condizione è nettamente in crescita), la prima è per Anguissa che da comodissima posizione spedisce il pallone in tribuna. Sì, il Napoli spreca tantissime occasioni e rischia di subire il contropiede del Verona ma non si innervosisce Tengstedt sfiora il pari prima con un colpo di testa poi con un tiro salvato in extremis da Rrahamani.
Gli errori sotto porta della squadra di Conte autorizzano il Verona al rilancio, approfittando degli spazi nel gioco corto degli avversari. Il Napoli si avvia all’intervallo con un’altra occasione, McTominay viene però murato al momento del tiro. Conte fa sentire la sua voce negli spogliatoi, la ripresa inizia con un’azione insistita dei suoi: il destro di McTominay viene bloccato da Montipò, poi è Rrahmani ad un passo dal gol per due volte. Il merito dei partenopei è di non farsi prendere dall’ansia, e il sinistro di Anguissa che fulmina Montipò a mezz’altezza, è una liberazione. E il giusto merito. La festa al Maradona si svolge in un clima di commozione nel ricordo del piccolo tifoso Daniele scomparso una settimana fa, al quale Anguissa dedica il gol.
12 gennaio 2025 ( modifica il 12 gennaio 2025 | 23:13)
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