Il portavoce ufficiale del Ministero degli Affari Esteri francese, Christophe Lemoine, ha commentato questa sera, sabato, la dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri sulla questione dell’espulsione arbitraria di un cittadino algerino dalla Francia verso l’Algeria.
La risposta del Ministero degli Esteri francese, attraverso il suo portavoce ufficiale, è stata superficiale e non ha affrontato le violazioni dettagliate registrate durante la deportazione dell’influente Boualem in Algeria.
Le Moine ha affermato, in dichiarazioni al canale France Info, che le autorità algerine “hanno adottato un atteggiamento piuttosto ostile nei confronti della Francia negli ultimi tempi”, considerando che le relazioni con l’Algeria hanno raggiunto un livello “preoccupante” e che “l’incidente della deportazione dell’influencer algerino questa settimana è un elemento che ha portato a “esacerbare la situazione tra i due paesi”.
Lo stesso portavoce ha aggiunto: “Abbiamo un rapporto storico con gli algerini, con molte questioni di partenariato su cui stiamo lavorando, e vogliamo costruire il nostro rapporto in una prospettiva futura”.
Riguardo alla durata di questa crisi diplomatica, Le Moyne ha affermato: “La risposta è difficile. Nelle ultime settimane ci sono diversi elementi che mostrano un certo indurimento da parte dell’Algeria”, aggiungendo allo stesso tempo che l’opzione del dialogo “esiste ancora in Algeria. Parigi.”
Per quanto riguarda i possibili mezzi che la Francia deve adottare per rispondere all’Algeria, Le Moine ha affermato: “È attualmente in corso un coordinamento tra i ministeri degli Affari esteri e dell’Interno”.
Oggi, sabato, il Ministero degli Affari Esteri ha diffuso un comunicato sul caso sopra citato in cui conferma che “il cittadino contro il quale è stata emessa la decisione di espulsione vive in Francia da 36 anni e vi è titolare di una carta di soggiorno da 15 anni, ed è anche padre di due figli nati dal matrimonio con una cittadina francese. Inoltre è socialmente integrato, avendo un lavoro stabile da 15 anni”.
Il ministero ha aggiunto che “tutti questi fatti gli conferiscono senza dubbio diritti che non avrebbe potuto far valere davanti ai tribunali francesi ed europei, a causa della decisione affrettata e controversa di espellerlo”, aggiungendo che il partito francese “ha violato le disposizioni della legge algerina -Accordo consolare francese firmato il 24 maggio 1974”, che prevede la necessità di informare la parte algerina.
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