Dimostrare di essere ancora la prima della classe. All’improvviso, è questa la missione dell’Interoggi pomeriggio a Venezia. Un obiettivo che, con il tricolore sul petto e la vetta della classifica a portata di mano, Simone Inzaghi difficilmente si sarebbe aspettato e forse anche meritato. Ma è il bello e il brutto del calcio.
In una settimana, il clima pare cambiato. Le assenze moltiplicate: quelle difensive sono un tratto della stagione nerazzurra, e in verità avevano fatto registrare anche buone notizie: il rientro di Pavard e quello imminente di Acerbi, resi più amari dallo stop di Bisseck. A centrocampo, però, il tecnico nerazzurro è abituato a poter schierare chi vuole e invece in laguna dovrà fare a meno di Calhanoglu e di Mkhitaryan, mentre Davide Frattesi apre il secondo tema.
Il centrocampista italiano, ieri abbracciato da un tifoso alla partenza per Venezia, è il gatto di Schrödinger: dentro e fuori l’Inter allo stesso tempo. Il mal di pancia è diventato ingestibile col passare delle settimane, l’apertura ufficiale del mercato ha aperto il caso. E potrebbe cambiare i piani: fino a poche settimane fa, in viale della Liberazione il mantra era cambiare pochissimo. All’improvviso, l’Inter potrebbe andare in tutt’altra direzione. Se ne capirà di più nei prossimi giorni, dopo Venezia.
Il terzo aspetto, da non sottovalutare, è che per l’Inter la sfida ai veneti rappresenta il ritorno in campo dopo la Supercoppa italiana di Riyadh. Persa, conta il giusto. Persa come, ecco la differenza: dal 2-0 al 2-3 contro i rivali cittadini del Milan, galvanizzato da un successo che in molte stagioni risulta estemporaneo. L’Inter ha dimostrato, negli anni, sufficiente solidità per andare oltre il potenziale contraccolpo, del tutto inatteso alla partenza per l’Arabia Saudita. Ma è il bello e il brutto del calcio: c’è sempre qualcosa da dover provare, di partita in partita.
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