Nel corso della sua carriera, le curve a sinistra sono quelle che più hanno permesso a Marc Márquez di fare la differenza sui suoi avversari. Il Sachsenring divenne presto il “suo” circuito: con sole tre curve a destra e lunghissime a sinistra, prese l’abitudine di brillare accumulando 11 vittorie, di cui otto in MotoGP.
Più in generale, i circuiti con senso antiorario sono quelli che gli riescono meglio, e non è stato quindi un caso vederlo ottenere il suo primo successo con la Ducati nel GP di Aragón del 2024, su un’altra pista dove ha spesso ricoperto il ruolo di pilota. riferimento. “È un circuito che gira a sinistra!” ha riassunto dopo una lunga esitazione Frankie Carchedi, capo meccanico di Marc Márquez alla Gresini, nel podcast di Crash.net.
Dopo un’intera stagione in cui ha parlato costantemente con Márquez e analizzato i suoi dati, Carchedi non è riuscito a svelare il segreto del pilota in queste curve: “Ne ho scherzato con Marc recentemente. Mi ci è voluto molto tempo per capire come affronta le curve a sinistra, perché tutti dicono sempre che c’è un altro livello”.
“Ho capito cosa fa e come lo fa. Riuscire a spiegarlo e qualcun altro riesce a farlo è un’altra storia! Sono sicuro che altri hanno visto i suoi dati e provano a farlo di nuovo, ma una cosa è capire cosa fa e un’altra è riprodurlo.”
Frankie Carchedi e Marc Marquez
Foto di: Gresini Racing
Se Márquez ha sempre fatto miracoli sulle curve a sinistra, quelle a destra a volte gli sono state più difficili, soprattutto nel 2024. “Per fare un giro sulla Ducati ha una tecnica a cui bisogna abituarsi”ha spiegato Carchedi. Questa tecnica non era naturale per Marquez dopo 11 stagioni alla Honda. Gli ci sono voluti molti mesi per perdere i suoi automatismi e acquisirne di nuovi. Carchedi ne è convinto “progresso straordinario” sono stati compiuti… al punto da consentire al pilota di brillare anche su piste teoricamente sfavorevoli.
“Anche nelle ultime gare Marc ha sempre trovato le curve veloci a destra le più difficili. Abbiamo fatto molte analisi sul passo gara – non solo sui settori più veloci ma sui tempi medi nei settori – e a Sepang e in Catalunya, i due che probabilmente odia di più, eravamo più veloci nell’ultimo settore [de Barcelone]che ha solo curve veloci a destra, e nel primo settore di Sepang, che ha la velocissima curva 3 [sur la droite].”
“Per me, visto da dove siamo partiti e le difficoltà che abbiamo avuto, anche a livello personale, è stato molto positivo. In un ambito in cui aveva difficoltà o che non gli piaceva, a fine anno è diventato il più efficiente”.
Misano, il simbolo della progressione di Marquez
In questo senso, la vittoria ottenuta al GP di San Marino, appena una settimana dopo quella del MotorLand Aragón, è stata forse la più significativa per Carchedi. Márquez ha saputo approfittare di un breve acquazzone per risalire dal quinto al primo posto in poche curve… prevalentemente a destra.
“Era una combinazione di due cose. Il primo deriva dalla capacità di Marc in queste condizioni di spingersi in testa, una zona dove nessuno gli si avvicina. Poi, nella seconda parte di gara, la pista si è asciugata ed è riuscito a finire davanti a Pecco in fuga, su quella che è senza dubbio la pista migliore [de Bagnaia]. È riuscito a farlo su un diverso tipo di circuito, che gira a destra, con curve veloci a destra, e poi è riuscito a scappare”.
Marc Márquez ha lasciato il segno a Misano.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
“Ha anche dimostrato l’importanza di partire davanti. Senza la pioggia, anche se fosse stato il più veloce nella seconda parte di gara, non avrebbe potuto girare a quel ritmo, era impossibile: le gomme si stavano surriscaldando [en étant dans un groupe]le circostanze sono diverse. Gli ha dimostrato che se fosse partito davanti la gara sarebbe stata molto diversa”.
Arrivare allo stesso livello degli altri… diciamo che questo lo mette in una buona posizione per il futuro.
È quindi nell’esercizio delle qualifiche che Márquez deve ora fare i maggiori progressi. Per quanto riguarda quelli già realizzati in curva, Carchedi la vede come una conquista: “All’inizio dell’anno perdevamo forse tre o quattro decimi in curva, non era poi così male. In un ambito che sono sicuro definirà sempre come un punto debole, arrivare allo stesso livello degli altri… diciamo che lo mette in una buona posizione per il futuro”.
Con questa esperienza e nonostante abbia potuto misurarsi più volte con piloti dotati di una Ducati più efficiente della sua, cosa può sperare quest’anno Marc Márquez con l’evoluzione più recente della moto italiana? Carchedi non ha dubbi sulle potenzialità del #93: “Marc aveva i suoi obiettivi, noi avevamo i nostri… In futuro, sono sicuro che i suoi obiettivi saranno diversi”.
“Per il suo secondo anno in moto, anzi due anni di sviluppi sulla sua moto… Il ragazzo ha vinto 20 podi [en 2024]quindi mi atterrò a quello!” si è limitato a commentare il tecnico. La concorrenza è avvisata.
In questo articolo
Vincent Lalanne-Sicaud
MotoGP
Marc Marquez
Gresini Racing
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