È nell’artigianato che esprime la sua arte al ritorno dal servizio militare, parrucchiere come suo padre con il quale avvia un’attività a Salles-Lavalette oltre al salone di famiglia a Villebois. Ed è nello studio di questa nuova azienda che avviene la creazione del famoso dipinto: “Il parrucchiere che siamo succeduti a Salles-Lavalette era morto un anno fa, la sua clientela era andata altrove e ci è voluto del tempo per ricostituirla. » È tempo di ammazzare il giovane artigiano che ha difficoltà a restare inattivo nel suo salotto. Così, nel retrobottega, allestisce una sorta di laboratorio per la sua pittura.
2.000 ore di lavoro
“Ho messo a bagno le conchiglie nell’acqua, ma le ho prese nella stagione in cui erano più spesse”, spiega, “poi le ho spogliate di tutte le loro pelli interne, le ho colorate nel salotto di Villebois, e infine le ho assemblate in Salles. » 2.000 ore di lavoro, ecco il preventivo di Claude Chabanne per completare quest’opera che è la riproduzione di un artista di cui ha preso il nome.
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Tra i vincitori dell’impresa manuale delle borse di studio Adolphe-Lafont (1), a Parigi, nel 1979 e nel 1980, deve ammettere di aver sussultato un po’ alla recente stima fatta da un banditore di Angoulême: 3.000 euro. “A quel prezzo non lo vendo”, dice, eppure è lui che cerca un acquirente, un appassionato che si prenda cura di quest’opera e le dia una nuova vita. “Non voglio che finisca in soffitta, o che venga messo in un angolo, e non sono sicuro che interesserà molto ai miei figli. »
Ecco quindi la sua bottiglia in mare a pochi giorni dalle vacanze per l’uomo che era più conosciuto nel settore per essere un cantante d’operetta dalla voce d’oro, autore di sette album tra cui diversi brani originali, tra cui “La chance aux songs” di Pasquale Sevran. Ma questa è un’altra storia.
(1) Adolphe Lafont è un’azienda francese di abbigliamento professionale creata nel 1844 a Lione. Fu lei la prima a inventare la tuta, poi perfezionata da Levi’s.
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