Riabilitare, trasformare, valorizzare, anziché radere al suolo l'esistente, anziché costruire. Questa è l’unica strada possibile, oggi, per un’architettura responsabile. È solo ragionando in questo modo che il settore edilizio può sperare di ridurre significativamente il livello attualmente colossale delle sue emissioni di carbonio e di invertire la dinamica tossica dell’artificializzazione del territorio di cui è lo strumento.
Basta contemplare il balletto incessante delle gru che animano i nostri paesaggi metropolitani per capire che non è questa la direzione che stanno prendendo le cose, come tendenzialmente confermato da una relazione del Senato pubblicata il 9 novembre, che mette in discussione la politica di The obiettivo di un’artificializzazione netta pari a zero entro il 2050. Ma è compito delle riviste di architettura, delle scuole e delle istituzioni culturali tenere il passo.
L'assegnazione, lunedì 18 novembre, del Quadrato d'Argento alla riabilitazione della stazione a monte della funivia del Salève, a Monnetier-Mornex (Alta Savoia) da parte dell'agenzia Devaux et Devaux, va in questa direzione. Presieduta da Iwona Buczkowska, pioniera dell'architettura in legno in Francia alla quale si deve il favoloso complesso residenziale La Pièce pointue, a Blanc-Mesnil (Seine-Saint-Denis), la giuria ha distinto un progetto per il quale gli architetti affermano di essere intervenuti poco possibile.
Leggi anche (2023) | Articolo riservato ai nostri abbonati Architettura: la Piazza d'Argento 2023 premia un progetto di edilizia sociale a Parigi
Leggi più tardi
Unisci l'edificio al paesaggio
Tre obiettivi li hanno guidati: riscoprire la qualità dell'architettura originaria, quella dello svizzero Maurice Braillard, che costruì la funivia nel 1932, che un restauro effettuato negli anni '80 aveva in parte snaturato; fondere l'edificio nel modo più delicato possibile nel paesaggio; consentire ai visitatori di sfruttare al meglio la vista. Un approccio allo stesso tempo umile ma portato avanti con amorevole cura da questa coppia di architetti il cui lato maschile, David Delvaux, si batte con passione affinché gli architetti smettano di costruire, e quello femminile, Claudia Delvaux, architetto storico, ha supervisionato lo splendido restauro dell'edificio di Eileen Gray villa E1027 a Roquebrune-Cap-Martin (Alpi Marittime).
Il prezzo della prima opera chiarisce il punto. Assegnato alla ristrutturazione, da parte dell'agenzia Alt174, della scuola Simone-Veil a Lompret (Nord), premia l'approccio di questi giovani architetti che hanno deciso di andare oltre l'incarico. Pur limitandosi ad un intervento di riqualificazione energetica (l'edificio originario, costruito negli anni '80, era un setaccio termico), i responsabili del progetto hanno ripensato l'organizzazione dei corsi, prendendo spunto dalle interviste realizzate ai bambini, e hanno attrezzato il cortile con un cortile in metallo rosso che dona leggerezza e allegria all'insieme.
Ti resta il 53,16% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.
Related News :