Nelle sale mercoledì 9 ottobre Lee Miller di Ellen Kurras adatta per lo schermo la vita della fotografa americana interpretata da Kate Winslet. L’occasione per ricordare un’altra grande figura del fotogiornalismo, presente insieme a Miller anche durante la liberazione della Germania nazista.
Questo articolo proviene dalla rivista Figaro
È un peccato dover scegliere tra due giganti. Possiamo benissimo apprezzare i Rolling Stones e i Beatles. Ammirare e rispettare il lavoro di Lee Miller – la cui incredibile vita è portata sullo schermo questa settimana grazie al talento di Kate Winslet – non dovrebbe quindi impedirci di tornare a quello di Margaret Bourke-White (MBW). Per ragioni narrative, quest’altro americano che, come Miller, ha seguito la Seconda Guerra Mondiale, non appare nel film di Ellen Kurras. Insieme a pochi altri (George Rodger, Henryk Ross e Mendel Grossmann), documentarono tuttavia la scoperta dei campi di concentramento e di sterminio.
Prova inconfutabile della macchina di morte nazista che, anche nel nostro tempo in cui Internet e i social network, gonfi di violenza banalizzata, trasmettono quotidianamente gli orrori del mondo, sono difficili da guardare. Margaret Bourke-White non fece il bagno nella vasca da bagno di Hitler come fece Lee Miller, un momento immortalato da David Scherman il 30 aprile 1945, subito dopo che i giornalisti scoprirono il campo nazista. La sua vita potrebbe ancora riempire diversi romanzi.
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