OTTAA | Mark Carney ha fatto un approdo noioso, ma senza gaffe, nel mondo della politica.
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Anche il suo francese si è rivelato perfettamente comprensibile.
Più lasciava andare i suoi appunti, meglio migliorava.
Pierre Poilievre può stare tranquillo: avrà comunque il sopravvento su Mark Carney se quest’ultimo diventerà leader liberale, dal punto di vista della padronanza di entrambe le lingue ufficiali.
Frecce verso Poilievre…
Privo di qualsiasi esperienza in politica, Carney ha fatto valere la sua lunga esperienza durante il lancio della campagna per la leadership del Partito Liberale, nella sua città natale di Edmonton, dove ha trascorso buona parte della sua giovinezza.
Promette idee “audaci”, non “slogan”.
“Riconosco che non è così che si fa politica oggigiorno, quando i politici di carriera si affidano a slogan, calunnie e battute finali”, ha detto, indicando Pierre Poilievre.
Un altro modo per dire che essere un po’ piatti e seri non è una brutta cosa in questi tempi difficili.
“Se mi scegliete come leader, offriremo ai canadesi una scelta chiara nelle prossime elezioni: esperienza contro incompetenza, piano contro improvvisazione, calma contro caos”, ha continuato.
Tuttavia, un po’ più di energia da parte sua per frustare i suoi attivisti non avrebbe fatto alcun male.
E verso Trudeau
Il famoso economista ha anche criticato il governo Trudeau, in particolare i suoi risultati economici.
Di nascosto, ha accusato il suo partito di lasciarsi trascinare da idee di “estrema sinistra” che hanno portato a spese che il Canada non poteva permettersi.
Idee che sostengono che “il governo è la soluzione a ogni problema” e il cui “riflesso è spendere” senza risolvere il nocciolo della questione: la mancanza di produttività e di ricchezza.
“Il Primo Ministro e il suo team hanno troppo spesso distolto lo sguardo dall’economia”, ha detto Carney. “Non perderò la concentrazione.”
Durante la sua carriera, Mark Carney ha attraversato con successo la crisi finanziaria del 2008 come governatore della Banca del Canada sotto Stephen Harper. Successivamente ha svolto lo stesso ruolo in Inghilterra durante la Brexit.
Il suo CV è impressionante.
Ma in un mondo in cui l’elettorato diffida delle élite e delle istituzioni, dovrà convincere gli attivisti che il suo background è un punto di forza e non una debolezza.
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