Nessun uomo è un ‘isola

Nessun uomo è un ‘isola
Nessun uomo è un ‘isola
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Galleria della sala anteriore presente “Nessun uomo è un’isola: poesia tra le rovine dell’arcipelago di New York”cinquant’anni di lavoro del fotografo Filippo Buehler documentando alcune delle tante isole che circondano Manhattan. Questa è la terza mostra personale di Buehler alla Front Room Gallery.

Phillip Buehler è un fotografo con sede a New York che documenta il deterioramento e i resti dell’architettura trascurata costruita nel recente passato. Nella serie “No Man is an Island…”, Buehler ha fotografato le isole storiche, ma spesso dimenticate, intorno a New York. Alcuni di essi, come Ellis Island, hanno avuto un impatto considerevole sulla storia, sulla cultura e sull’esistenza dell’identità nazionale. Altri, come “Rat Island”, un isolotto privato di 2,5 acri nel Bronx settentrionale con un’insolita statua di Guglielmo Tell (e poco altro), sono praticamente sconosciuti. Ma molti, come North Brother Island, ospitavano istituzioni famose come il Riverside Hospital, un luogo in cui mettere in quarantena le persone affette da vaiolo, poi tubercolosi e in seguito anche dalla tossicodipendenza. Alla fine, le forze al potere lo hanno lasciato cadere in rovina, ed è abbandonato ormai da circa sessant’anni.

La mostra di Buehler ha avuto origine durante il suo viaggio in barca nell’allora abbandonata Ellis Island nel 1974, quando aveva diciassette anni, per realizzare un film documentario in 16 mm. In “Ferry Ellis Island, 1974” di Buehler, la fotografia cattura la sagoma inquietante dello scheletro del traghetto, la sua struttura che si erge come un monumento al tempo e alla storia. Il traghetto, una volta una vivace nave che trasportava speranzosi immigrati verso le coste americane, ora è arenato e rovinato dalle intemperie, la sua struttura scheletrica è in netto contrasto con le banchine. La fotografia cattura un momento congelato nel tempo, dove passato e presente si intersecano, invitando gli spettatori a riflettere sul passare del tempo e sulle storie che persistono negli echi silenziosi dei luoghi abbandonati.

Per coincidenza, il film documentario in 16mm di Buehler realizzato con un suo amico a Ellis Island sarà pubblicato nella serie Op-Doc del New York Times “Encore” la stessa settimana in cui apre questa mostra. Le sue avventure a Ellis Island saranno anche oggetto di un episodio televisivo pubblico di “State of the Arts” che andrà in onda il 24 maggio, il giorno prima dell’apertura della mostra.

La fotografia di Buehler scattata al Boat Graveyard di Staten Island offre uno scorcio accattivante di una scena che ricorda il film di successo post-apocalittico di Kevin Cosner, “Waterworld”. A prima vista, quello che sembra essere un hangar galleggiante ovale che sporge dall’acqua si rivela essere un cacciatore di sottomarini sommerso della Marina. Questo caccia (USS PC11264) è stata la prima nave della Marina con un equipaggio in maggioranza afroamericano. Circondato dai cadaveri arrugginiti di molte altre navi e imbarcazioni da guerra, il Sub Chaser si erge come una sentinella silenziosa, una reliquia di conflitti passati ora abbandonati all’incessante marcia del tempo.

Queste isole venivano spesso utilizzate per tenere le persone lontane dagli occhi del pubblico: malati di mente, storpi e tossicodipendenti. Hanno avuto residenti famosi, come Woody Guthrie e Typhoid Mary, ma molte isole sono per lo più ignorate e dimenticate. Roosevelt Island era uno di questi luoghi, costruito per dare rifugio alle vittime del vaiolo. Prima del famoso tram di Roosevelt Island, c’era il Renwick Castle, un edificio in stile neogotico progettato principalmente da James Renwick Jr., l’architetto che progettò la Cattedrale di San Patrizio. È ancora in rovina, ma le foto scattate da Buehler nel 1981 emanano un’atmosfera diversa. Invaso dalla vegetazione e addossato allo skyline di Manhattan, sembra completamente fuori posto, e ora, quasi quarant’anni dopo, lo è ancora di più.

Buehler ha trascorso l’ultimo mezzo secolo visitando le altre isole di New York, a volte in barca, a volte con un drone, cercando di salvare alcune delle loro storie prima che andassero perse per sempre.

Buehler ha conseguito la laurea presso la Rutgers University e il master in fotografia presso la School of Visual Arts. Phillip Buehler è stato pubblicato su Art in America, The New York Times, Art News, The Art Newspaper, Wall Street Journal, American Photo Magazine, The Huffington Post, Hyperallergic, Gothamist, The Guardian, The Sun, ABC, CNN e numerosi altri pubblicazioni.

Phil Buehler: Nessun uomo è un’isola
Poesia tra le rovine dell’arcipelago di New York
25 maggio – 23 giugno 2024
Inaugurazione sabato 25 maggio, dalle 16:00 alle 18:00.
Galleria della sala anteriore
205 Warren Street
Hudson, New York
Ven-dom 12-17 e su appuntamento

https://www.frontroomles.com/phil-buehler-no-man-is-an-island

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