A Parigi, Apichatpong Weerasethakul fa sprofondare il Centre Pompidou in un sonno profondo

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Apichatpong Weerasethakul, al Festival di Cannes, 15 luglio 2021. MATHIEU ZAZZO/PASCO & CO PER “IL MONDO”

Una strana malattia sembra essersi diffusa al Centre Pompidou di Parigi, dove i visitatori vengono inondati di immagini e suoni. Perché non osiamo più parlare solo di “cinema” per descrivere l’opera del tailandese Apichatpong Weerasethakul, nato nel 1970 a Bangkok, autore della Palma d’Oro nel 2010, Zio Boonmee. Colui che ricorda le sue vite passate.

“Sperimentazione luminosa” designa meglio la struttura ad albero di questo lavoro, che allo stesso tempo si allarga – alle installazioni, fino alle performance in realtà virtuale (VR) – e tende al minimalismo. Il titolo della retrospettiva completa della sua produzione, “Lights and Shadows”, che si svolgerà fino al 6 gennaio 2025 a Beaubourg, nell’ambito del Festival d’Autunno, parla da solo.

Oltre agli otto lungometraggi del regista, tra cui Malattia tropicale (2004), Zio Boonmee (2010), Cimitero dello splendore (2015) et Memoria (2021) – girato in Colombia, con Tilda Swinton – e alcuni cortometraggi, gli spettatori scopriranno la mostra intitolata “Particules de nuit”, dove una serie di video intimi interagiscono nell’Atelier Brancusi (sulla piazza antistante il Centro Pompidou), che l’artista ha immerso nell’oscurità.

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Inebriante, la passeggiata funge da passeggiata commemorativa nel cinema di Apichatpong Weerasethakul, soprannominato “Joe” da chi gli è vicino, in breve. Ritroviamo lì gli elementi che popolano i suoi film: ricordi d’infanzia, miti di reincarnazione (animale, con tigre, pesce gatto, ecc.), storie di abitanti dei villaggi che ricordano le incursioni dell’esercito sulle tracce dei comunisti, suoni della giungla nelle sovrastampe.

>“A Conversation with the Sun” (2022), performance di realtà virtuale di Apichatpong Weerasethakul, all'Aichi International Art Festival, Giappone.>

“A Conversation with the Sun” (2022), performance di realtà virtuale di Apichatpong Weerasethakul, all'Aichi International Art Festival, Giappone.

“A Conversation with the Sun” (2022), performance di realtà virtuale di Apichatpong Weerasethakul, all’Aichi International Art Festival, Giappone. SHUN SATO

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Alcune immagini funzionano come flash: un giovane soldato che dorme, con la bocca aperta, appoggiato al tronco di un albero, una donna che sonnecchia sotto la coperta (Tilda Swinton che fa sogni d’oro), un vecchio in dialisi (una doppia eco del padre del regista, la fine della sua vita , e al personaggio di Zio Boonmee). Primo piano di una mano che trascrive incessantemente un sogno su una pagina bianca. Gli occhi scapperebbero dalle nostre teste, per vedere meglio? Alcuni bulbi oculari fluttuano nello spazio, come bolle di sapone, nella video installazione Solarium (2023), e non possiamo fare a meno di pensare alla scimmia fantasma diZio Boonmeereincarnazione di un figlio scomparso, che torna una sera al tavolo della famiglia e chiede ai suoi cari di ridurre l’intensità della luce: “C’è troppa luce, non riesco a vedere”ha detto in sostanza.

Una dolce vertigine

Per quanto riguarda le prestazioni in VR, Una conversazione con il sole (una creazione basata su un’installazione precedente e su un libro con lo stesso nome), ci porta letteralmente da terra. Eccoci come queste anime trasmigratrici che si reincarnano in altri corpi, in altri luoghi. In lontananza, due occhi rossi (quelli della scimmia fantasma) ci guardano allontanarci…

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