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Apple resiste all’ondata conservatrice

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Il consiglio di amministrazione di Apple si è pronunciato contro la proposta degli azionisti di porre fine ai suoi programmi di diversità, equità e inclusione (DEI) come altre grandi aziende.

Il Centro nazionale per la ricerca sulle politiche pubbliche, un think tank conservatore, ha presentato agli azionisti una proposta per “abbandonare gli sforzi del DEI”, secondo un documento ufficiale di Apple presentato venerdì all’US Markets Watchdog (SEC).

Un think tank conservatore in azione

Secondo questo gruppo, i programmi che promuovono la diversità nel reclutamento espongono le aziende a potenziali azioni legali, dopo una decisione della Corte Suprema contro l’azione affermativa nelle università.

Il consiglio di amministrazione di cui fa parte Tim Cook, capo dell’azienda californiana, ha tuttavia respinto questa argomentazione, sottolineando che Apple ha un programma “ben consolidato” per conformarsi alla legge.

I membri del consiglio hanno accusato il think tank conservatore di tentare di “microgestire” l’azienda.

Decisione il 25 febbraio

La sua proposta cerca di “limitare in modo inappropriato la capacità di Apple di gestire le proprie operazioni aziendali ordinarie, il personale, i team e le strategie aziendali”, hanno osservato.

Il produttore di iPhone “non pratica alcuna discriminazione nel reclutamento, assunzione, formazione o promozione”, ha inoltre affermato il consiglio di amministrazione.
La proposta sarà messa ai voti dagli azionisti durante l’assemblea generale di Apple il 25 febbraio.

Diverse aziende hanno già fatto il grande passo

Mentre Donald Trump diventa presidente, molti giganti americani come McDonald’s, Ford e i supermercati Walmart hanno annunciato che termineranno i loro programmi DEI. Meta ha annunciato venerdì che avrebbe fatto a sua volta il grande passo.

Donald Trump e i conservatori criticano da anni gli sforzi delle aziende per promuovere una maggiore diversità nella loro forza lavoro.

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