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La produzione della Fiat 500 elettrica viene nuovamente sospesa per mancanza di domanda

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Questa decisione è dovuta alla “continua incertezza riguardo alle vendite di veicoli elettrici in diversi mercati europei”, afferma Stellantis.

Modelli elettrici che faticano a trovare acquirenti. La produzione della Fiat 500 in versione elettrica e dei modelli Maserati nello stabilimento di Mirafiori, vicino a Torino, sarà nuovamente sospesa dal 2 al 17 dicembre a causa del calo delle vendite, ha annunciato mercoledì la casa automobilistica Stellantis. Questa decisione è dovuta a “permane l’incertezza sulle vendite di veicoli elettrici in diversi mercati europei” e auto di lusso, in particolare in Cina e Stati Uniti, indica in una nota Stellantis Italia. A questa sospensione seguirà la chiusura collettiva dello stabilimento dal 18 dicembre al 5 gennaio nell’ambito delle ferie di fine anno, frutto di un accordo aziendale.

Le auto elettriche rappresentano il 97% della produzione a Mirafiori, dove vengono prodotte anche la Maserati GranTurismo e la Maserati GranCabrio. La sospensione della produzione riguarda solo le carrozzerie e i loro 1.800 dipendenti e non il resto del complesso di Mirafiori, che conta cinque stabilimenti e uffici amministrativi per un totale di 13.000 dipendenti, precisa il produttore.

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Polemica con il governo Meloni

Le vendite di city car elettriche in Europa sono diminuite del 54% nei primi dieci mesi dell’anno, rileva Stellantis. Inoltre, i veicoli elettrici rappresentano solo il 4% delle vendite del settore in Italia. “Questo non basta per mantenere la continuità della produzione”sostiene Stellantis.

L’annuncio di questa nuova sospensione della produzione arriva in un contesto di polemiche con il governo di Giorgia Meloni, che accusa l’azienda di delocalizzare la produzione in Paesi a basso costo, a scapito delle fabbriche italiane. I dipendenti di Mirafiori quest’anno hanno sofferto periodi di disoccupazione tecnica a causa del calo della domanda. Stellantis, però, si impegna a farlo “garantire la continuità di tutti i propri stabilimenti e attività” in Italia a “questa fase cruciale della transizione” in direzione “l’adozione di nuove piattaforme tecnologiche”.

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