OTTAA | Eccoci di nuovo con un presidente che gestisce la diplomazia come una mazza da baseball.
Il tipo di capobanda che entra in un bar per picchiare un piccolo spacciatore che gli deve 20 dollari.
È così che dovremmo percepire le minacce di Donald Trump di imporre dazi del 25% su tutti i nostri prodotti che entrano negli Stati Uniti dal Canada.
La legge del più forte
Non è che non debba essere preso sul serio. Al contrario. Ma la minaccia non ha nulla a che vedere con le sue richieste, che colpiscono soprattutto il Messico.
L’obiettivo è prima di tutto marcare il suo territorio, fare colpo, far parlare di lui. Negoziazione attraverso l’intimidazione.
Ci mette il coltello sotto la gola per dimostrare al suo elettorato che lui è il più forte.
Finirà per chiederci in cambio qualcosa di diverso dal nostro vecchio paio di scarpe?
Dovremo vedere. Se il passato può essere una guida per il futuro, Trump non porterà avanti la sua minaccia o questa verrà notevolmente annacquata.
Ricordiamo la rinegoziazione del NAFTA, che alla fine si è conclusa con un accordo del tutto accettabile.
Ciò che senza dubbio ha sorpreso Trump, tuttavia, è stato vedere che in Canada la gente si affannava per dimostrargli che aveva ragione.
Importanti premier provinciali si sono affrettati a sventolare bandiera bianca e ad incolpare in modo non così velato Justin Trudeau, così come hanno fatto François Legault, Doug Ford e Danielle Smith.
In assenza di un governo federale saldamente in carica per guidare la battaglia, prevale la strategia del “beggar-thy-neighbor”.
Va detto che Trump mette il dito dove fa più male a Justin Trudeau, ovvero l’immigrazione, anche se le sue accuse nei nostri confronti sono del tutto esagerate e in malafede.
Non importa. Trump sembra già aver vinto un round.
Ha seminato il panico in tutto il paese e ieri Ottawa ha suggerito che si potrebbero impiegare più risorse per rendere il confine più impermeabile, il che è di per sé una buona cosa.
Rimproveri
Donald Trump critica il Canada e il Messico per aver consentito l’ingresso di migliaia di persone attraverso i nostri confini porosi che portano droga e criminalità negli Stati Uniti.
Negli ultimi anni sono infatti aumentati l’immigrazione illegale dal Canada verso gli Stati Uniti e i sequestri di fentanil.
Ma questo è sproporzionato rispetto a quanto sta accadendo al confine con il Messico.
Quest’anno le autorità americane hanno effettuato poco più di 20.000 arresti di migranti nel nord del paese. Sono più di 2,5 milioni al confine con il Messico.
Per quanto riguarda i sequestri di fentanil, ammontano a circa 100 dal Canada e 1.000 dal Messico.
Non commettere errori: le minacce di Trump non hanno nulla a che fare con il commercio.
Immaginiamo per un momento che il Canada e il Messico minaccino gli Stati Uniti di dazi per costringerli a prendere sul serio il traffico di armi da fuoco americane illegali che abbondano nelle nostre città?
La proposta sarebbe ridicola.
Detto da Trump, questo tipo di minaccia deve essere presa sul serio e mette in allerta l’intero Canada.
Benvenuti nel 2024, l’era di Trump 2.0, dove si può minacciare di iniziare una guerra commerciale alle 20:00 di lunedì sera con un messaggio di 153 parole sui social media.
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