La transizione alle auto elettriche vivrà una svolta importante nel 2025. Lo ha appena annunciato l’URSSAF la fine di una misura faro che consentiva alle aziende di offrire elettricità gratuita ai propri dipendenti con un veicolo elettrico.
Questa decisione arriva in un contesto in cui la mobilità elettrica sta diventando una necessità, in particolare con la proliferazione delle zone a basse emissioni (ZFE) nelle grandi città.
Un vantaggio fiscale che scompare dopo quattro anni di esistenza
Dal 2020 le aziende beneficiano di un quadro fiscale vantaggioso per l’installazione e l’utilizzo delle stazioni di ricarica elettrica. Questa disposizione glielo consente mettere a disposizione punti di ricarica senza che l’elettricità consumata sia considerata un beneficio in natura.
Concretamente, i dipendenti possono ricaricare gratuitamente il proprio veicolo sul posto di lavoro, senza conseguenze sulla busta paga o sui contributi previdenziali del datore di lavoro.
Questa misura di incentivazione ha ampiamente contribuito alla crescita dei veicoli elettrici in Francia. Per molti dipendenti rappresenta un argomento forte al momento dell’acquisto di un’auto elettrica, poiché la ricarica gratuita sul posto di lavoro consente di ridurre significativamente i costi di utilizzo del veicolo. Ma questo periodo d’oro finirà il 31 dicembre 2024.
Una nuova situazione che potrebbe incidere sui portafogli dei dipendenti
Dal 1° gennaio 2025 la fornitura di stazioni di ricarica nelle aziende dovrà essere inclusa nel calcolo delle prestazioni in natura. Questo cambiamento avrà ripercussioni sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.
Le aziende dovranno pagare i contributi sociali sul valore dell'elettricità fornita, mentre i dipendenti potranno vedere comparire questo vantaggio sulla loro dichiarazione dei redditi.
Questo cambiamento normativo offre alle aziende diverse opzioni. Potranno continuare ad offrire la ricarica gratuita, ma dovrà poi farsi carico dei costi aggiuntivi legati ai contributi previdenziali.
Possono anche optare per un sistema di fatturazione dell’elettricità consumata, o anche immaginare soluzioni alternative come pacchetti di ricarica.
Per i dipendenti che stavano valutando l’acquisto di un veicolo elettrico, l’equazione finanziaria dovrà essere ricalcolata. La fine della ricarica gratuita sul posto di lavoro potrebbe rappresentare un costo mensile aggiuntivo non indifferente, soprattutto per chi percorre molti chilometri.
Tempi controversi nel contesto della transizione energetica
La rimozione di questo vantaggio arriva in un momento delicato. Nelle grandi città si stanno moltiplicando le zone a basse emissioni, costringendo sempre più automobilisti a ricorrere ai veicoli elettrici.
Il prezzo di acquisto dei veicoli elettrici resta elevato nonostante gli aiuti governativi, e la fine della ricarica gratuita in ufficio potrebbe scoraggiare alcuni candidati alla transizione.
L'URSSAF giustifica la sua posizione con una logica di equità fiscale: una prestazione fornita dal datore di lavoro, sia in natura che in denaro, deve essere trattata allo stesso modo. Questo approccio solleva tuttavia interrogativi sulla coerenza delle politiche pubbliche in materia di transizione energetica.
Il provvedimento evidenzia anche le disuguaglianze esistenti all’interno delle imprese. Finora beneficiavano di questo vantaggio solo i dipendenti con i mezzi per acquistare un veicolo elettrico, creando una forma di discriminazione indiretta.
- La ricarica gratuita dei veicoli elettrici nelle imprese sarà considerata un beneficio in natura dal 1° gennaio 2025
- I datori di lavoro dovranno pagare i contributi previdenziali sull’elettricità fornita e i dipendenti potrebbero essere tassati su questo beneficio
- Questo cambiamento potrebbe rallentare l’adozione dei veicoli elettrici man mano che le zone a basse emissioni diventano più diffuse
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