Un dirigente del gruppo confessa: “Sono passati quindici anni dall'ultima volta che abbiamo visto il capo del gruppo…” Questo attacco a Jean-Charles Naouri, l'ex amministratore delegato, vuole anche essere un omaggio all'attuale direttore generale, Filippo Palazzi. Quest'ultimo è già venuto più volte in sede dalla sua nomina a marzo.
Ed era di nuovo lì, lunedì, per spiegare ai dipendenti i contorni del piano strategico “Rinnovamento 2028”. “Dobbiamo ai dipendenti un linguaggio basato sulla verità e sulla trasparenza”, afferma Philippe Palazzi per spiegare il suo approccio.
Niente più ipermercati, ritorno al fruttivendolo sotto casa
Ha rivelato questo piano alla stampa la settimana scorsa a Parigi con un leitmotiv: la prossimità. «Grazie alla nostra rete territoriale unica (un minimarket su due è un negozio del gruppo Casino), stiamo costruendo una nuova prossimità, adattata agli sviluppi della società», dichiara.
L’obiettivo è tornare in equilibrio nel 2026 concentrandosi su “tre mercati chiave”: la spesa alimentare quotidiana, la ristorazione da asporto e i nuovi servizi quotidiani. È finito il modello degli ipermercati e dei supermercati, “un formato della distanza” (poiché legato all’auto). Ritorno al piccolo droghiere del quartiere o del villaggio.
Philippe Palazzi è convinto di avere una risorsa per avere successo: i sette marchi del gruppo (Casino, Spar, Vival, Monoprix, Franprix, Naturalia e Cdiscount): “Hanno tutti le loro specificità, possono coesistere sulla stessa strada. »
“Parliamo di Casinò per buone notizie”
Insomma, il direttore generale è ottimista per il futuro. E intendeva diffondere il suo ottimismo alle sue truppe durante la sua visita a Saint-Étienne.
Ci è riuscito? Contattato a fine pomeriggio, un sindacalista si è detto “contento di vedere che si parla di Casinò per una buona notizia”. Pur esprimendo riserve circa “i mezzi che saranno destinati al progetto”.
Perché anche se il piano strategico prevede 1,2 miliardi di investimenti nei prossimi quattro anni, “le proposte avanzate per risanare la situazione restano poco chiare. Abbiamo ancora un po’ di fame”.
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