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Luc Jose A.
L'annuncio del ritorno del protezionismo di Donald Trump costituisce un notevole cambiamento nelle relazioni economiche transatlantiche, poiché minaccia di riaccendere le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa. Di fronte a una politica che potrebbe scuotere ancora una volta il commercio internazionale, la Francia è pronta a difendere con vigore i propri interessi. In gioco ci sono i settori strategici dell’industria e dell’agricoltura, mentre l’Unione europea valuta nuove misure per proteggere la propria economia. Così, tra la determinazione francese e la consultazione europea, il dibattito sul protezionismo americano continua ad intensificarsi, con importanti implicazioni per gli attori economici su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Una posizione francese risoluta contro il protezionismo americano
Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, non ha usato mezzi termini riguardo alla possibilità di nuove tasse americane sui prodotti europei. Secondo lui, se Donald Trump realizzerà le sue minacce, la Francia risponderà “senza tremare” per difendere i suoi interessi nazionali. Pertanto, “se l’amministrazione Trump dovesse persistere in quello che ho descritto come un grave errore, allora difenderemo i nostri interessi agricoli, industriali e commerciali con una volontà di ferro”, ha affermato. Questa posizione arriva mentre Trump prevede di imporre tariffe dal 10 al 20% sui prodotti esteri, una misura che potrebbe colpire pesantemente le esportazioni francesi ed europee verso gli Stati Uniti.
La Francia è particolarmente preoccupata per l’impatto di queste tasse sull’economia locale, già sotto pressione. Per Jean-Noël Barrot, infatti, le maggiorazioni previste dall’amministrazione Trump costituirebbero “un grave errore di calcolo”, che potrebbe danneggiare sia le imprese francesi che quelle americane stabilite in Europa. Queste tasse influenzerebbero direttamente il potere d’acquisto delle famiglie americane, perché avranno un impatto su settori francesi chiave come l’agricoltura e l’industria. Inoltre, “ciò priverebbe immediatamente le classi medie americane di tutta una parte del loro potere d'acquisto”, ha sottolineato il ministro, che insiste sulle profonde ripercussioni di una simile politica protezionistica.
Verso una strategia europea unita di fronte alle sfide commerciali
Al di là della risposta francese, tutta l’Europa sta valutando la possibilità di prepararsi per una risposta coordinata. Marc Ferracci, ministro delegato all'Industria, ha chiesto una forte reazione europea. Ha dichiarato che l’Europa deve stabilire “un equilibrio di potere commerciale ed economico” contro l’amministrazione Trump. Secondo lui, l’unità europea è essenziale per evitare di ripetere gli errori del passato, quando le politiche protezionistiche americane colpirono l’Europa senza una risposta adeguata. “Dobbiamo prepararci come europei”, ha insistito. Esorta i paesi membri a mostrare una posizione di blocco unito per avere influenza nei negoziati.
Questa consapevolezza collettiva potrebbe portare ad azioni concrete, come l’implementazione della carbon tax alle frontiere, una leva già in discussione all’interno dell’Unione per riequilibrare il commercio. Questo nuovo orientamento mostra l’evoluzione di un’Europa determinata a difendere le sue industrie strategiche. Tuttavia, alcuni leader, soprattutto in Germania, restano impegnati nella cooperazione transatlantica. Il cancelliere Olaf Scholz, seppure preoccupato, ha ricordato l'importanza dei legami tra gli Stati Uniti e l'Europa e ha sottolineato la cooperazione nella difesa e nella sicurezza. Tuttavia, la domanda rimane quindi senza risposta: fino a che punto è disposta a spingersi l’Europa per contrastare le future politiche di Trump?
In definitiva, se la Francia e l’Unione Europea sembrano determinate a difendere i propri interessi, restano anche consapevoli dei rischi di un confronto prolungato con il partner americano. Di fronte al crescente protezionismo, l’Europa potrebbe dover ridefinire il proprio approccio strategico al commercio e cercare un equilibrio tra fermezza e diplomazia per preservare i propri interessi economici a lungo termine.
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Luc Jose A.
Laureato a Sciences Po Toulouse e titolare di una certificazione di consulente blockchain rilasciata da Alyra, ho aderito all'avventura Cointribune nel 2019. Convinto del potenziale della blockchain di trasformare molti settori dell'economia, mi sono preso l'impegno di sensibilizzare e informare il generale pubblico su questo ecosistema in continua evoluzione. Il mio obiettivo è consentire a tutti di comprendere meglio la blockchain e cogliere le opportunità che offre. Mi sforzo ogni giorno di fornire un'analisi obiettiva degli eventi attuali, di decifrare le tendenze del mercato, di trasmettere le ultime innovazioni tecnologiche e di mettere in prospettiva le questioni economiche e sociali di questa rivoluzione in corso.
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