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I parlamentari di sinistra promuovono una tassa sui superdividendi

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Giovedì 7 novembre l'Assemblea nazionale ha adottato un'imposta sui superdividendi delle grandi società. Questi emendamenti socialisti, “ribelli”, comunisti e ambientalisti sono stati ampiamente adottati (145 voti a favore, 37 contrari), grazie all’aggiunta dei voti della sinistra e del Raggruppamento Nazionale (RN), contro quelli del campo governativo.

Questa addizionale riguarda le società che realizzano un fatturato pari o superiore a 1 miliardo di euro e che distribuiscono dividendi superiori del 20% alla media dei dividendi distribuiti negli ultimi cinque anni. La frazione che eccede questo 20% viene poi tassata al 5%.

Secondo i socialisti, questa tassa mira “le grandissime aziende che hanno beneficiato del susseguirsi delle crisi” e ha continuato a farlo “Pagare dividendi a livelli record”citando in particolare « BNP Paribas, Sanofi, Axa, LVMH o Total ». Superdividendi “servono solo a gonfiare bolle finanziarie e ad arricchire pochi”ha difeso il deputato Aurélien Le Coq (La insoumise) durante i dibattiti.

Il deputato macronista Pierre Cazeneuve ha deplorato una misura che potrebbe penalizzare gli azionisti e le imprese francesi in un sistema globalizzato. Imprese “pagheranno più dividendi per garantire lo stesso rendimento ai propri azionisti e quindi investiranno meno”producendo « l'esatto inverso »ha anche supplicato.

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Emendamenti “euroincompatibili”.

Il relatore generale sul bilancio, Charles de Courson, ha espresso parere sfavorevole, sostenendo che un provvedimento simile adottato nel 2017 era stato annullato soprattutto dopo un ricorso alla Corte di giustizia europea: “Questi emendamenti sono incompatibili con l’euro, ce ne rammarichiamo”, Di più, “Se voti a favore, accadrà di nuovo” lo stesso.

Un rischio al quale i “ribelli” si dicono preparati: “presumiamo la disobbedienza” verso l'Unione europea, ha affermato Eric Coquerel in una conferenza stampa. Il presidente (LFI) della commissione finanze ha affermato incidentalmente il fatto “affrontare centinaia di miliardi [d’euros] del surplus accumulato dal capitale » dall’elezione di Emmanuel Macron nel 2017.

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Nella stessa ottica, i deputati hanno anche adottato un emendamento della LFI volto a subordinare il pagamento del credito d'imposta sulla ricerca (CIR) al divieto, per un'impresa, di delocalizzare le proprie attività per dieci anni.

In apertura di serata, l'Assemblea ha votato per l'esenzione dall'imposta sugli immobili dei locali delle associazioni riconosciute di pubblica utilità che operano nel campo sociale. Un emendamento portato avanti dal Partito Socialista (PS), contro il parere del governo. Via libera anche all'estensione dell'imposta sui locali commerciali ai grandi magazzini – con il settore dell'e-commerce nel mirino. In precedenza erano state approvate diverse misure fiscali che incoraggiavano le imprese agricole ad adottare sistemi operativi più sostenibili.

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