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“La creatività africana non ha più bisogno di essere dimostrata. La sfida è che generi vere industrie”

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lLe opportunità per misurare l’ascesa del soft power africano non mancano. Un esempio: nell’estate del 2023, la metropolitana Calmati, della star nigeriana dell’afrobeat Rema, ha accumulato due miliardi di stream sulla piattaforma Spotify, la prima volta per un artista del continente. Da più di due anni il titolo impone il suo ritornello inebriante da Lagos a New York fino a Teheran. Nel marzo 2023, cinque giovani donne iraniane sono state arrestate dopo essersi filmate mentre ballavano la canzone, con i capelli al vento.

In pochi anni, l’afrobeat nigeriano e l’amapiano, questa musica elettro-jazz nata in Sud Africa, hanno conquistato le piste da ballo di tutto il mondo. La stessa vitalità si osserva nel settore audiovisivo. Lo testimonia il desiderio delle piattaforme di streaming di stringere partnership con studi africani, in particolare in Nigeria, il paese di Nollywood, la seconda industria cinematografica globale in termini di numero di film prodotti.

C’è chi può già vantare un grande successo: il thriller nigeriano Il Libro Nero è stato così visto da circa venti milioni di persone nelle prime settimane dopo la sua uscita a fine 2023 su Netflix, al punto da figurare ad un certo punto nella top 3 della piattaforma. Citiamo anche la moda, di cui l’Africa potrebbe presto essere una « leader mondiale »secondo l’UNESCO. Sono sempre più numerosi i suoi designer che si stanno già affermando sulle passerelle internazionali.

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La creatività africana non ha più bisogno di essere dimostrata. La sfida ora è che generi vere e proprie industrie. C’è ancora molta strada da fare: l’ecosistema creativo contribuisce solo marginalmente al prodotto interno lordo africano, pari all’1%, secondo la Banca Mondiale. Ancora, “potremmo farne il motore economico del nostro continente”vuole credere Olivier Madiba, fondatore dello studio di videogiochi camerunese Kiro’o Games.

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Questo pioniere di un settore che in Africa è ancora agli inizi, ma che si sta sviluppando a ritmi vertiginosi, riassume così il suo punto di vista: “Non possiamo accontentarci di essere una terra di materie prime. E il sogno di creare un’industria manifatturiera è finora fallito, perché non abbastanza competitivi. D’altro canto, abbiamo il calore umano e il talento per riuscire a costruire catene di valore attorno all’intrattenimento e alla cultura. »

Tentazione dall’estero

A ciò si aggiungono dati puramente statistici: entro il 2050 la popolazione africana dovrebbe raddoppiare, arrivando a 2,5 miliardi di persone. Un giovane su tre nel mondo sarà quindi africano. Questa generazione nata con i social media giocherà un ruolo chiave nel plasmare la direzione della cultura popolare globale. E formerà un mercato di consumo molto ampio per l’industria del tempo libero.

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