Al punto che i sindacati stanno ora valutando la possibilità di sporgere denuncia contro il management per il mancato rispetto della legge Renault, che disciplina i licenziamenti collettivi. “L’Audi non ci fornisce le informazioni sufficienti e necessarie per evitare la chiusura e quindi il licenziamento di 3.000 lavoratori, deplora Ludovic Pineur, rappresentante sindacale di CNE Industries. Stiamo quindi valutando la possibilità di presentare una denuncia. Dobbiamo analizzare attentamente questa possibilità. “
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Martedì mattina sul sito si è tenuto un nuovo comitato aziendale straordinario, il quarto da luglio. E, deplora CNE Industries, il gruppo tedesco non ha portato “nulla sul tavolo riguardo ai potenziali investitori e, quel che è peggio, non vuole inviarci la minima informazione, il minimo documento in questo senso”.
Secondo il CNE la fase 1 della Legge Renault “non sarebbe quindi rispettata”. Questa fase riguarda l’informazione e la consultazione dei rappresentanti del personale quando un’impresa intende procedere a un licenziamento collettivo. Durante questa fase, il datore di lavoro dovrebbe fornire dettagli sui motivi dei licenziamenti, sul numero di lavoratori interessati e sulle misure previste per limitare le conseguenze sociali. Questo è un passaggio fondamentale prima di avviare i negoziati o prendere le decisioni finali.
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Rifiutandosi di trasmettere loro informazioni vitali, Audi commetterebbe quindi un’illegalità, ritiene il CNE. “Analizzeremo giuridicamente i possibili ricorsi per costringere purtroppo la direzione a fornirci informazioni e a rispondere alle nostre domande, indica Ludovic Pineur, dato che non abbiamo fiducia nella direzione e che quest’ultima ha già mentito più volte Non lasceremo mai che il management decida da solo quale sia la procedura di informazione e consultazione e cosa includa. ‘Audi Bruxelles ha il diritto di essere informata nei minimi dettagli sulla ricerca di alternative e sulle vie dei potenziali investitori La Legge Renault ha certamente i suoi difetti, ma usurparla è ancora più grave.
L’unica informazione importante ricevuta dai sindacati sarebbe che l’ultimo potenziale investitore non costituirebbe “un vantaggio sufficiente” e che si tratta quindi di “un vicolo cieco definitivo”, riferiscono i sindacati.
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