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USA: la Fed deve essere “cauta” per i prossimi tagli dei tassi, secondo Christopher Waller

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Il membro del comitato monetario dell’istituzione rileva che gli ultimi dati economici sottolineano che il rischio inflazionistico non è scomparso.

La Federal Reserve americana (Fed) deve essere “più cauta” riguardo al ritmo dei prossimi tagli dei tassi, mentre gli ultimi dati economici evidenziano che il rischio inflazionistico non è scomparso, ha detto lunedì uno dei funzionari della banca centrale degli Stati Uniti Stati.

“Credo che tutti i dati ci indichino che la politica monetaria deve essere condotta con maggiore cautela riguardo al ritmo delle riduzioni rispetto a quella effettuata a settembre”, ha detto Christopher Waller, uno dei membri del Comitato monetario (FOMC) dell’istituzione.

Nella sua ultima riunione di metà settembre, il FOMC ha deciso di abbassare il tasso principale della Fed di 50 punti base, portandolo in un range compreso tra il 4,75% e il 5,00%.

Durante l’estate è stata espressa la preoccupazione che la Fed avesse aspettato troppo a lungo per agire, correndo il rischio di vedere un rallentamento dell’economia, mentre la disoccupazione sembrava essere nuovamente in aumento.

Ma gli ultimi dati hanno mostrato che l’economia americana è rimasta solida, con la disoccupazione scesa al 4,1% a settembre e la creazione di posti di lavoro in aumento.

Un altro funzionario della Fed, John Williams, ha osservato l’8 ottobre che l’economia americana “continua a crescere”, mentre “il mercato del lavoro sta andando molto bene” e rimane “solido ma molto equilibrato”.

John Williams, tuttavia, ha anche stimato che i prossimi tagli dei tassi non dovrebbero essere così significativi. “Non voglio vedere l’economia indebolirsi”, ha detto.

L’indice di inflazione CPI negli Stati Uniti – su cui sono indicizzate le pensioni – è sceso al 2,4% su base annua a settembre, rispetto al 2,5% di agosto, il livello più basso da febbraio 2021.

La Fed, che deve mantenere i prezzi stabili e garantire le condizioni per la piena occupazione, privilegia l’indice PCE per misurare l’inflazione, che vuole ridurre al 2% e che sarà aggiornato più avanti nel mese.

Ad agosto era sceso al 2,2% su un anno, avvicinandosi al target, convincendo definitivamente la Fed ad abbassare i tassi di 50 punti base a metà settembre.

Secondo lo strumento di monitoraggio del CME, FedWatch, i mercati generalmente si aspettano un taglio di 25 punti base alla prossima riunione, prevista per il 6-7 novembre, poi un altro della stessa entità all’ultima riunione dell’anno, a metà dicembre.

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