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come Bercy abbia ignorato le allarmanti note riservate di fronte allo scostamento di bilancio

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Il deficit pubblico rischia di superare il 6% del Pil nel 2024. Solo un anno fa sembrava ancora sotto controllo. In un’indagine, l’Œil du 20 Heures mostra come le note riservate di Bercy siano state ignorate.

Già nell’autunno scorso, alcune note confidenziali di Bercy che abbiamo ottenuto ci mettevano in guardia sullo stato delle finanze pubbliche. Il 28 novembre 2023, in una nota, l’amministrazione ha avvertito il gabinetto del ministro dell’Economia Bruno Le Maire che “L’attività francese ha rallentato più marcatamente del previsto”.

Dobbiamo rimanere prudenti ma la tendenza non è buona.

Bertrand Dumont, direttore generale del Tesoro

Pochi giorni dopo, il 7 dicembre, una nuova nota indica che, a causa della mancanza di entrate, il deficit per l’anno 2023 aumenterebbe di 9,2 miliardi di euro. Il che peggiorerebbe il deficit anche nel 2024. Il direttore generale del Tesoro, però, precisa che le cifre non sono ancora definitive: “Dobbiamo rimanere prudenti ma la tendenza non è buona”.

Thomas Cazenave, ex ministro dei Conti pubblici, spiega perché: “Quando sei al comando, per poter agire, devi avere le informazioni giuste e quando l’amministrazione ti dice: “è troppo presto per agire, è troppo presto per comunicare”, è normale che si aspetti vedi chiaramente.”

Aspettare. È senza dubbio per questo che, all’inizio di gennaio 2024, nei suoi auguri, Bruno Le Maire resta rassicurante: “Questo deficit del 4,4% non è un capriccio del Ministro delle Finanze, è un obiettivo collettivo fissato dal Presidente della Repubblica”. , aggiungendo quello “la svolta nel risanamento delle nostre finanze pubbliche è stata presa e sarà mantenuta con fermezza”.

Tuttavia, secondo una nuova nota confidenziale emessa un mese dopo, il disavanzo ha raggiunto il 5,7% del Pil, molto lontano dall’obiettivo del 4,4%. Una differenza di 35 miliardi di euro, l’equivalente del bilancio del Viminale.

Manteniamo l’obiettivo di un deficit pubblico al 4,4%.

Due giorni dopo questa nota, il ministro è apparso al telegiornale per annunciare 10 miliardi di euro di risparmi, ma ancora nessuna menzione di uno slittamento del debito. Egli assicura: “Manteniamo l’obiettivo del deficit pubblico al 4,4%. Quando dico che dobbiamo risparmiare è per mantenere il controllo delle nostre finanze pubbliche”.

Bisognerà aspettare ancora tre settimane e un’intervista al quotidiano Le Monde affinché Bruno Le Maire ammetta che le finanze pubbliche stanno crollando. Questo annuncio a sorpresa del ministro suscita l’ira di Jean-François Husson, senatore repubblicano e relatore generale sul bilancio: “Non capisco. Il governo ci ha assicurato che avrebbe potuto raggiungere gli obiettivi e risanare i conti. E lì, Quello svitare completamente.”

Il 21 marzo, il relatore si è recato a Bercy per richiedere i documenti che spiegassero l’entità del peggioramento: “E lì, in tre ore, abbiamo scoperto che c’erano state delle allerte. Mi consola l’idea che non ci sia stato detto tutto, che una parte dell’informazione ci sia stata nascosta”, si lamenta.

Infastiditi, i senatori Jean-François Husson e Claude Raynal hanno lanciato una missione d’informazione sul deterioramento delle finanze pubbliche. Tre ore di braccio di ferro contro il ministro dell’Economia. In particolare sugli appunti confidenziali di Bercy.

“Perché non avete annunciato più francamente gli elementi a vostra disposizione?” chiede il senatore Husson.

“La mia responsabilità nei confronti dei francesi non è consistita nel seminare il panico indicando che il deficit avrebbe raggiunto il 5,7% del Pil, ma nel prendere le misure necessarie per contenere le conseguenze di un deficit nel 2023 superiore a quanto previsto”, risponde Bruno Le Maire.

Quest’ultima, infatti, chiede da fine marzo 2024 una legge finanziaria di modifica. Un PLFR che consentirebbe di correggere i principali saldi di bilancio. Ma con l’avvicinarsi delle elezioni europee, né l’Eliseo né il primo ministro vogliono imporre restrizioni ai francesi. Lo spiega l’ex primo ministro, ora deputato: “Quando abbiamo esaminato la sintesi di questo PLFR, abbiamo notato essenzialmente un aumento della tassazione. Tuttavia la scelta che abbiamo sempre privilegiato è quella del risparmio nelle spese. Un mese dopo la mia nomina a Matignon, ho emanato un decreto che cancellava dieci miliardi di euro di credito, cosa mai vista prima”.

Non sarà sufficiente. Con lo scioglimento, poi la campagna legislativa, le misure di ripresa economica vengono sospese, il deficit supererà il 6%.

Il nuovo primo ministro Michel Barnier conosce perfettamente la situazione: il suo capo di gabinetto, Jérôme Fournel, ricopriva esattamente lo stesso incarico presso Bruno Le Maire a Bercy.

La verità emergerà più tardi.

Bruno Le Maire

All’occhio delle 20H

Da parte sua, l’ex ministro non ha voluto incontrarci. Ci accontenteremo di un SMS criptico: “La verità emergerà dopo”.

Avrebbe qualche segreto da raccontarci?

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