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il ministro delle Finanze tedesco consiglia alla Francia di “non scherzare” con i mercati

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Interrogato sul deficit di bilancio francese, il ministro delle Finanze tedesco ha dichiarato che non bisogna “scherzare” con “la credibilità delle finanze pubbliche nei confronti dei mercati finanziari”.

La Germania è cauta riguardo al dossier di bilancio francese. Mentre questo lunedì la Commissione europea ha accolto con favore i primi colloqui “promettenti” con il governo francese, il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, ha avvertito che non bisogna “scherzare” con “la credibilità delle finanze pubbliche nei confronti -rispetto ai mercati finanziari”, mentre è stato interrogato sullo slittamento del deficit pubblico francese. Non ha voluto però commentare direttamente la gravità del piano francese, in attesa delle spiegazioni del nuovo ministro.

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“Dobbiamo ridurre in modo credibile il nostro deficit e il nostro debito per poterci finanziare in modo stabile ed efficiente”, ha semplicemente sottolineato, in un riferimento implicito agli aumenti dei tassi di interesse sui mercati che aumentano i costi di finanziamento dei paesi altamente indebitati . Il costo del debito francese è infatti aumentato significativamente negli ultimi mesi in un contesto di instabilità politica e di nuove rivelazioni sull’entità del deficit lasciato dall’ex ministro Bruno Le Maire.

Procedura per disavanzo eccessivo

Rispettare le regole europee “è una questione di credibilità e sovranità internazionale”, ha riconosciuto Antoine Armand. Il debito, pari a 3.228,4 miliardi di euro a fine giugno, ovvero il 112% del Pil, è aumentato di mille miliardi dal 2017, quando Emmanuel Macron è diventato presidente. Si avvicinerà al 115% l’anno prossimo, quasi il doppio del massimo fissato al 60% da Bruxelles, per poi diminuire gradualmente. Il “freno” della spesa pubblica è “indispensabile, altrimenti andiamo dritti verso la crisi finanziaria”, ha avvertito venerdì il primo ministro francese Michel Barnier.

La Francia è oggetto di una procedura UE per disavanzo eccessivo, insieme ad altri sei paesi (Italia, Belgio, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Malta). L’anno scorso questi paesi hanno superato la soglia del 3% fissata dal Patto di stabilità, che limita anche il debito al 60% del Pil. Devono adottare misure correttive, pena sanzioni finanziarie. Tuttavia, questo consolidamento di bilancio rischia di rallentare la già debole crescita economica europea, mentre la Germania, la più grande economia dell’UE, è in recessione.

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