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l’UE deve difendersi senza protezionismo contro la Cina, afferma Mario Draghi

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L’Unione europea deve difendersi dalle pratiche commerciali aggressive della Cina e degli Stati Uniti, senza cadere nel protezionismo che le danneggerebbe, ha affermato lunedì l’ex primo ministro italiano Mario Draghi. “Siamo diversi dagli Stati Uniti, non possiamo erigere un muro protezionista perché faremmo del male a noi stessi”ha affermato Marion Draghi, autrice di un rapporto sulla competitività europea, presentato all’inizio di settembre, che dovrebbe ispirare le politiche dell’UE.

“L’Unione Europea è l’economia più aperta di qualunque altra”ha sottolineato, ricordando che il commercio rappresenta il 50% del Pil dei Ventisette, contro il 37% della Cina e il 27% degli Stati Uniti. Lo ha detto ad una conferenza organizzata dal think tank Bruegel a Bruxelles. Per fronteggiare la concorrenza americana e cinese, l’ex presidente della Banca centrale europea (Bce) difende l’attuazione di una strategia industriale a livello comunitario, con misure “molto prudente, settore per settore” che deve essere “focalizzato esclusivamente sul ristabilimento di condizioni di parità”.

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Richiesta di revisione delle regole dell’OMC

“La concorrenza all’estero non è guidata solo dall’innovazione, ma anche dai sussidi”ha sostenuto. “La nostra priorità principale deve essere quella di ripristinare il rispetto delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), ma dobbiamo anche sapere che le regole dell’OMC provengono da un mondo in cui esisteva armonia geopolitica (… ). Le cose sono cambiate”ha avvertito, ritenendo che queste regole dovrebbero “essere riesaminato e adattato in un quadro multilaterale”.

Le misure adottate dalla Commissione Europea contro le importazioni di auto elettriche prodotte in Cina rientrano già in questa filosofia. Si intende che siano prudenti, basati sui fatti e coerenti con le norme dell’OMC, con l’obiettivo di ripristinare l’equità commerciale. Il 20 agosto Bruxelles ha annunciato maggiorazioni fino al 36% per cinque anni su questi veicoli accusati di essere massicciamente sovvenzionati dalle autorità cinesi, oltre al 10% già applicato. Si tratta di una cifra significativamente inferiore a quella degli Stati Uniti, dove il presidente Joe Biden ha annunciato a maggio un aumento del 100% dei dazi doganali su questi stessi prodotti.

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