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misure per promuovere il settore immobiliare galvanizzare i mercati azionari – 30/09/2024 alle 05:20

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Un pannello mostra l’evoluzione dell’indice Hang Seng sulla Borsa di Hong Kong, 27 settembre 2024 (AFP / Peter PARKS)

Lunedì i mercati azionari cinesi sono saliti in apertura dopo le nuove misure di Pechino per rilanciare il suo vasto settore immobiliare, mentre l’attività manifatturiera si è nuovamente contratta a settembre per il quinto mese consecutivo.

Il settore immobiliare e delle costruzioni rappresenta da tempo più di un quarto del PIL della seconda economia mondiale.

Ma dal 2020 soffre di un inasprimento da parte di Pechino delle condizioni di accesso al credito per gli sviluppatori immobiliari, che ha spinto pesi massimi come Evergrande o Country Garden sull’orlo della bancarotta.

I progetti incompiuti, il rallentamento economico e il calo dei prezzi che svaluta il valore degli immobili hanno da allora dissuaso i cinesi dall’investire nella pietra.

Per rilanciare un settore in difficoltà, domenica le autorità hanno annunciato una riduzione dei tassi ipotecari per l’acquisto di residenze primarie e secondarie.

Le metropoli di Shanghai, Canton e Shenzhen (nel sud) hanno invece allentato i criteri per consentire l’acquisto di un immobile.

I mercati azionari cinesi hanno aperto lunedì in euforia, dopo questi annunci che arrivano con l’avvicinarsi del 1 ottobre, il 75° anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese.

Shanghai ha guadagnato più del 5%, mentre Hong Kong ha guadagnato più del 3% nelle prime contrattazioni.

Questo ottimismo contrasta con l’ultima serie di indicatori economici pubblicati lunedì, che riflettono una ripresa disomogenea nella seconda economia mondiale.

L’attività manifatturiera in Cina si è nuovamente contratta a settembre per il quinto mese consecutivo.

– Crescita lenta –

L’indice dei direttori degli acquisti (PMI), barometro del mondo industriale, si è attestato a 49,8 punti, ha annunciato l’Ufficio nazionale di statistica (NBS).

Un valore superiore a 50 indica un’espansione dell’attività manifatturiera, mentre un valore inferiore indica una contrazione.

I leader cinesi, incluso il presidente Xi Jinping, hanno riconosciuto giovedì nuovi “problemi” per la seconda economia più grande del mondo.

Pechino ha recentemente annunciato una serie di misure a sostegno dell’attività. Venerdì la Banca Centrale ha ridotto il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche, il che dovrebbe consentire di immettere liquidità sui mercati finanziari per circa 127 miliardi di euro.

Il colosso asiatico è alle prese con una crisi senza precedenti del suo vasto settore immobiliare, con una fiacca fiducia di famiglie e imprese che penalizza i consumi, mentre le tensioni geopolitiche con Washington e l’Unione Europea ne minacciano il commercio estero.

Il capo della diplomazia cinese Wang Yi ha denunciato venerdì la “repressione” dell’economia cinese, del suo commercio e del suo settore tecnologico da parte degli Stati Uniti, durante un incontro con il suo omologo americano Antony Blinken. Ha invitato Washington ad avviare un dialogo “rispettoso” tra i due paesi, secondo un comunicato stampa del suo ministero.

L’anno scorso la Cina ha registrato uno dei tassi di crescita più bassi degli ultimi tre decenni (5,2%), secondo un dato ufficiale che lascia dubbiosi alcuni economisti date le difficoltà che gravano sull’attività.

Questo tasso farebbe sognare molte nazioni sviluppate, ma per la Cina rimane lontano dall’incredibile espansione che l’ha portata ai vertici dell’economia mondiale negli ultimi decenni.

Le autorità prevedono ancora una crescita intorno al 5% quest’anno, ma gli analisti considerano questo obiettivo ottimistico visti i numerosi ostacoli che deve affrontare.

La pubblicazione dei dati sulla crescita per il 3° trimestre è prevista per metà ottobre.

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