Guardare troppi video brevi riduce il rendimento scolastico

Guardare troppi video brevi riduce il rendimento scolastico
Guardare troppi video brevi riduce il rendimento scolastico
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(ETX Daily Up) – Tra Reels su Instagram, video su TikTok e Snapchat, i contenuti brevi sui social network sono preferiti dagli utenti più giovani. Una tendenza che sembra avere un impatto negativo sui loro risultati accademici. Secondo uno studio cinese, più gli scolari consumano questo tipo di video, meno probabilità hanno di riuscire a scuola.

In Cina, secondo lo studio, il numero di utenti di applicazioni video brevi rappresenta circa il 91,5% di tutti gli utenti Internet.

izusek/Getty Images

Questa è un’altra lamentela contro i social network. Mentre alcuni studi hanno già denunciato gli effetti negativi dei formati brevi, favorendo in particolare la noia, un nuovo studio realizzato da ricercatori dell’Accademia cinese delle Scienze, pubblicato su PLOS One, ne evidenzia l’impatto, ancora negativo, sui risultati accademici dei giovani scolari .

Analizzando le abitudini di 1.052 studenti delle scuole primarie di Shenzhen, in Cina, i ricercatori hanno collegato la loro significativa mancanza di attenzione al massiccio consumo di brevi video: “I video brevi sono spesso progettati con immagini molto attraenti e contenuti frenetici e coinvolgenti, che possono creare dipendenza tra gli utenti più giovani. Questa dipendenza può comportare un impegno prolungato, che rischia di distogliere tempo ed energie dagli studi”, afferma lo studio.

Un problema che preoccupa maggiormente i giovani studenti cinesi: “La percentuale di minorenni che utilizzano applicazioni di video brevi come Kwai e TikTok raggiunge il 65,3%, rendendo i video brevi una piattaforma essenziale per la loro vita online. Le statistiche mostrano che l’utilizzo di brevi applicazioni video tra gli studenti della scuola primaria ha raggiunto il 66%, una cifra addirittura superiore a quella degli studenti della scuola secondaria (62,7%). studio.

I risultati dello studio parlano chiaro: il consumo di video brevi diminuisce l’attenzione degli studenti e, di conseguenza, la loro capacità di concentrarsi in classe e quindi di superare gli esami: “I risultati della ricerca hanno confermato lo stretto legame tra l’uso eccessivo di video brevi tra studenti della scuola primaria e il calo del rendimento scolastico, evidenziando il potenziale impatto dei media sul rendimento scolastico degli studenti”, conferma lo studio.

Con la proliferazione dei media che trasmettono brevi video, lo studio evidenzia la “potenziale minaccia alle capacità cognitive degli studenti” e “l’impatto a lungo termine dei media digitali sullo sviluppo cognitivo dei bambini”.

I bambini, però, non sono gli unici responsabili di questa situazione. La moderazione gestita dai genitori sembra essere una variabile importante in questa equazione: “L’uso di brevi video da parte dei genitori ha un effetto modello sui bambini, facendo loro percepire l’uso di brevi video come un comportamento accettabile senza generare atteggiamenti negativi o esercitarsi consapevolmente -controllo’, spiegano i ricercatori.

Insomma, se uno dei genitori guarda spesso anche brevi video, il bambino non avrà remore a consumarne di più e sarà anche meno controllato.

Secondo lo studio, i genitori hanno quindi un ruolo essenziale da svolgere per il benessere dei figli e per i loro risultati scolastici: “La gestione dei media digitali all’interno dell’ambiente familiare dovrebbe essere cruciale nel modellare l’attenzione e il rendimento scolastico dei bambini. I genitori dovrebbero essere consapevoli dell’impatto del loro comportamento nell’uso dei media sui propri figli e lavorare per stabilire modelli positivi per l’utilizzo di brevi video”.

Per aiutarli in questo compito, lo studio propone idee come il rispetto di un limite di tempo per questa attività: “Genitori e bambini potrebbero concordare di limitare il tempo trascorso utilizzando brevi video e attenersi ad esso collettivamente, incoraggiando più attività all’aperto e in presenza. -comunicazione facciale.”

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