Come far uscire la Francia dalla nostalgia per i Trente Glorieuses?

Come far uscire la Francia dalla nostalgia per i Trente Glorieuses?
Come far uscire la Francia dalla nostalgia per i Trente Glorieuses?
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“Confrontatevi con questa milza singolare” della Francia

A destra ci sarebbero l’ordine, il merito individuale, la stabilità sociale, la modernità compatibile con i valori tradizionali. A sinistra, il “momento della germinazione” delle forze di liberazione, le lotte, i sollevamenti, le proteste che fecero vacillare il modello conservatore negli anni Sessanta e Settanta. Le soluzioni proposte dall’opera, però, pendono soprattutto a sinistra, va detto, rivelando una visione del mondo parziale che non convincerà tutti.

Un editoriale precedente: In Francia, come credere nello scenario della speranza

Perché questo libro intende “confrontarsi con questa singolare milza” e proporre alternative a un “mito che divide più che unisce”. Per rispondere alle “nuove realtà”, per “pensare nuovi modi di stare insieme” e per “incoraggiare a vivere il nostro tempo”, gli autori guardano, tra l’altro, alle questioni di “riorganizzazione” dei rapporti tra uomini e donne , sulla nozione di progresso, “nuove aspirazioni democratiche”, movimenti sociali, diversità, crescita o consumo.

Su quest’ultimo punto, l’autore e comunicatore Raphaël Llorca ritiene, ad esempio, che “il consumo deve diventare un argomento pienamente politico, per non lasciare ai soli marchi il compito di modellare la nostra immaginazione desiderabile”. Per lui bisogna “disfare l’architettura mentale” che lega la nozione di consumo ai valori fondamentali di identità e libertà (che a sua volta sarebbe legata in modo dannoso all’idea di abbondanza). Denuncia anche il concetto “tossico” di potere d’acquisto che “distorce la comprensione dei problemi reali” e vittimizza il “cittadino consumatore che non otterrebbe mai valore per i suoi soldi”.

“La crisi della rappresentanza è alimentata dalla narrazione del primato di un uomo su tutti gli altri”, ha affermato il presidente della Repubblica

Prima ancora, il giornalista (che si iscrive regolarmente Tempo) Maïa Mazaurette guarda “il sapore dell’amarezza” lasciato dallo slogan “godere senza ostacoli” del maggio 68, la cui ombra vede incombere sulle vicende denunciate da #Anche io e su alcuni difetti della sessualità. D’altra parte, in questo ambito elogia i vantaggi di una nuova e migliore comunicazione tra i partner, di usi nuovi e più rispettosi, nonché di alcuni aspetti di Internet, delle app di appuntamenti e dei giocattoli sessuali. E «restano mille libertà da conquistare, mille sensazioni da vivere, mille dignità da rinegoziare», conclude.

Più avanti, è la grande figura del sindacalismo moderato Laurent Berger a chiedere di tenere conto dei cambiamenti sociali come la crescente domanda di autonomia di fronte “all’implosione del mondo del lavoro” in “una Francia minata dalla precarietà”. .

E, in conclusione, Vincent Martigny torna a denunciare l’«immaginazione problematica» dell’«uomo provvidenziale» perché, per lui, «la crisi della rappresentanza si nutre in Francia della storia del primato di un uomo su tutti gli altri», il Presidente della Repubblica. La sua soluzione? Un “empowerment” dei cittadini, una promozione del compromesso, della cooperazione e dell’intelligenza collettiva, l’organizzazione di “conflitti positivi che consentano alle differenze di interessi di esprimersi e di contribuire allo sviluppo di soluzioni accettate da tutti. Un intero programma…

La nostra rubrica Residente della Repubblica: In Francia, tutte le strade portano alla pensione

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