Richiamo dei punti chiave del decreto Agrivoltaismo 2024

Richiamo dei punti chiave del decreto Agrivoltaismo 2024
Richiamo dei punti chiave del decreto Agrivoltaismo 2024
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L’agrivoltaismo deve contribuire alla creazione, al mantenimento o allo sviluppo dell’attività agricola. I progetti sono quindi soggetti a diversi criteri, definiti da un decreto del 2024. Drouot Avocats fa il punto su questi obblighi con le spiegazioni di Maître Camille Wautier e Maître Anne-Sophie Vargues.

Sostegno all’attività agricola

Il progetto deve soprattutto partecipare raggiungimento di uno di questi obiettivi : adattamento ai cambiamenti climatici, protezione contro i rischi climatici, miglioramento del benessere degli animali o anche miglioramento del potenziale agronomico o dell’impatto agronomico del suolo, ricorda Me Wautier.

Di seguito trovi le spiegazioni di Drouot Avocats:

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L’attività agricola deve rimanere l’attività principale sulla trama. Per questo, il tasso di copertura massimo della superficie totale è limitato al 40%, per gli impianti di oltre 10 megawatt di picco che non figurano nell’elenco delle tecnologie agrivoltaiche comprovate.

Inoltre, la superficie dell’appezzamento non più utilizzabile a causa dell’impianto agrivoltaico non deve superare il 10% della superficie totale coperta da tale impianto. Inoltre, l’altezza dell’impianto e la distanza tra le file devono consentire il normale funzionamento, cioè una facile circolazione. Non deve ostacolare il passaggio dei macchinari nelle aziende agricole meccanizzate.

Finalmente, la produzione agricola deve rimanere significativa. Questo criterio viene valutato in base alla produzione: la resa deve essere pari almeno al 90% alla resa di un appezzamento di controllo senza impianto agrivoltaico. Per le serre la valutazione viene effettuata sulla base dei dati storici locali. Infine, per l’allevamento, osserviamo il tasso di biomassa, di produttività o di densità per valutare questo carattere significativo, spiega Maître Wautier.

Il reddito medio dopo l’installazione dell’impianto agrivoltaico non deve essere inferiore a quello osservato prima dell’installazione.

Si noti che, in conformità con l’obiettivo di zero artificializzazione netta fissato dalla legge sul clima e la resilienza, l’installazione deve essere reversibile.

Controlli e sanzioni

Il decreto prevede diverse fasi di controllo: un controllo preventivo, un controllo sei anni dopo l’installazione e controlli periodici la cui frequenza e data dipendono dalla natura dei progetti.

Sono previste sanzioni anche in caso di mancato rispetto dei criteri fissati dal decreto. Possono essere amministrativi, finanziari e possono arrivare fino allo smantellamento dell’operazione.

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