Pensioni, potere d'acquisto: la rabbia dei pensionati di 64 anni si esprimerà ancora una volta nelle strade

Pensioni, potere d'acquisto: la rabbia dei pensionati di 64 anni si esprimerà ancora una volta nelle strade
Pensioni, potere d'acquisto: la rabbia dei pensionati di 64 anni si esprimerà ancora una volta nelle strade
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Due incontri sono organizzati nel 64, a Pau place Clemenceau e a Bayonne place de la ville hall. L'opportunità di evidenziare le preoccupazioni e le richieste dei pensionati riguardo alle loro pensioni e al loro potere d'acquisto.

Soprattutto dopo i recenti annunci riguardanti la prossima rivalutazione al 1° gennaio 2025 “della metà dell’aumento previsto dal Codice della previdenza sociale, ovvero dello 0,9%. Il governo rinvia il resto dell’aumento fino al 1° luglio 2025 per alcuni pensionati (quelli le cui pensioni sono inferiori al salario minimo), senza alcuna garanzia che ciò avverrà poiché aumentano le pressioni per congelare completamente le pensioni di base l’anno prossimo. » sottolineano Jean-Jacques Le Masson (FSU), José Marco (FGRPT), Elisabeth Montméan (FO) e Bernard Thierry (CFE-CGC).

“La rabbia è grande” confermano all'unisono il G9 che si oppone a tale misura “ingiusta” che, secondo loro, accentuerà ulteriormente la perdita di potere d'acquisto. “Ricordiamo che dal 2017 le pensioni sono aumentate solo del 13,6% a fronte di un’inflazione del 19,5%. I pensionati hanno perso l’equivalente di più di 3 mesi di pensione e fino a 4,5 mesi per chi ha subito l’aumento del CSG 2018” sottolineano i sindacalisti.

Secondo i sindacati la manna c'è

Oggi, però, insistono sulla manna che esiste per realizzare risparmi senza farli a scapito dei pensionati. Vorrebbero che il governo, ad esempio, prendesse di mira maggiormente le persone più ricche o aumentasse la tassazione sui profitti delle grandi aziende.

“Il problema con il bilancio della previdenza sociale non viene dalle spese, ma dalle risorse: da diversi anni ci sono 80 miliardi di esenzioni dai contributi previdenziali per i datori di lavoro. I fondi pensione sarebbero in equilibrio se le risorse affluissero come dovrebbero” affermano i membri del G9.

Allo stesso tempo, sono preoccupati per le misure che metterebbero in discussione l’accesso alle cure, “mettendo in discussione la gestione delle condizioni a lungo termine, aumentando le franchigie, aumentando i ticket”. Ciò si aggiunge anche agli aumenti già rilevati nelle assicurazioni sanitarie complementari, in particolare per i pensionati.

I sindacati deplorano anche il rinvio a tempo indeterminato della legge sulla vecchiaia. Tante le osservazioni che hanno condiviso via mail con il Primo Ministro e i parlamentari locali. Martedì sperano anche in uno scambio in prefettura, per chiedere un aumento delle pensioni “in linea con l'inflazione” e trattative per risarcire “le perdite subite”.

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