Bruxelles stravolge il modello economico di Meta

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La commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager (al centro) e Thierry Breton, commissario europeo per gli affari digitali (a destra), durante una conferenza stampa, a Bruxelles, il 25 marzo 2024. XAVIER LEJEUNE / UE

Facebook o Instagram hanno il diritto di addebitare costi agli utenti che rifiutano la pubblicità mirata? Lunedì 1 la Commissione europea ha risposto negativamenteÈ Luglio: ha inviato a Meta, la società madre dei due social network, una notifica preliminare informandola di non essere conforme alla normativa europea sui mercati digitali. Questo testo richiede che le grandi piattaforme digitali ottengano il consenso degli utenti europei, per poter incrociare i loro dati personali, ad esempio per scopi pubblicitari. Meta si adegua da novembre 2023, ma impone a chi rifiuta di sottoscrivere un abbonamento a pagamento (9,99 euro al mese sul Web o 12,99 euro dalle applicazioni mobile iOS o Android) e senza pubblicità.

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“Meta ha costretto milioni di utenti in tutta l’UE [Union européenne] fare una scelta binaria: pagare o acconsentire. Secondo i nostri risultati preliminari, questa è una violazione”, ha spiegato il commissario al digitale, Thierry Breton, su X. “Vogliamo dare ai cittadini la possibilità di controllare i propri dati e scegliere pubblicità meno personalizzate”ha aggiunto in un comunicato stampa Margrethe Vestager, commissaria responsabile della concorrenza.

La DMA mira a costringere le grandi piattaforme a rispettare maggiormente la concorrenza, e la massiccia raccolta di dati è vista come uno dei vantaggi indebiti che stabilisce il dominio di questi attori, impedendo ad altri di contestare i loro mercati. Secondo la Commissione, Meta dovrebbe offrire agli utenti un’alternativa che dia accesso allo stesso servizio – un social network gratuito – ma senza incrociare i propri dati per indirizzare la pubblicità.

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Pubblicità “contestuali”.

I social network potrebbero ancora pubblicare annunci pubblicitari, sostiene la Commissione, ma sarebbe meglio farlo “contestuale”, Per esempio. Cioè mirati in base al contenuto visualizzato sullo schermo consultato dall’internauta. Oppure la tipologia più classica di pubblicità utilizzata, prima dell’avvento del Web, dai giornali o dai canali televisivi, che vendevano agli inserzionisti spazi legati ai temi delle loro pagine e trasmissioni.

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“Meta sembra pensare che per guadagnare con la pubblicità sia giustificato raccogliere tutti i dati immaginabili sulle attività, l’ubicazione, la personalità, il comportamento, gli atteggiamenti e le emozioni dei consumatori.” ha denunciato a febbraio l’Unione europea dei consumatori (BEUC) presentando un reclamo contro Meta, ritenendo che la proposta di abbonamento viola anche il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati.

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