Justin Trudeau ha recentemente annunciato una sospensione temporanea della GST su una serie di prodotti, tra cui patatine e birra. Alcuni lo chiamano annuncio elettorale. Parlerei anche di populismo fiscale.
Il populismo è uno stile politico che consiste nello sviluppare politiche pubbliche con l’obiettivo di compiacere la popolazione, ma senza tenere conto delle opinioni delle élite, ad esempio degli esperti, o addirittura disprezzandole.
Il populismo fiscale consiste nel promettere riduzioni fiscali per ottenere il sostegno popolare, anche quando tali riduzioni non sono né economicamente efficienti né responsabili in termini di finanze pubbliche, secondo leader aziendali, economisti o esperti fiscali.
Il taglio della GST recentemente annunciato soddisfa tutti i requisiti del populismo fiscale. Si tratta chiaramente dell’opera di un governo in perdita di popolarità, pronto a fare di tutto per accontentare il maggior numero possibile di elettori. Ne trarranno scarsi benefici i poveri che, per definizione, spendono meno e quindi pagano meno tasse.
A lungo termine non favorirà comportamenti che abbiano quelle che gli esperti chiamano esternalità positive, vale a dire effetti positivi per la società. Ad esempio, abolire definitivamente la GST sugli abbonamenti alle palestre potrebbe promuovere abitudini di vita sane. L’esatto contrario di ciò che farà la riduzione GST annunciata.
E ovviamente, questa riduzione amplierà ulteriormente il deficit, che non è altro che tagli ai servizi e aumenti fiscali rinviati.
Tuttavia, gli esperti concordano sulla necessità di un piano serio per ripristinare il pareggio di bilancio.
Ciò non vuol dire che dobbiamo evitare ogni forma di populismo fiscale e abbracciare l’elitarismo fiscale, vale a dire una politica fiscale basata sulle opinioni degli esperti senza tenere conto dell’opinione pubblica.
Il punto è dire che tra questi due estremi una politica fiscale equilibrata è possibile… e più desiderabile che mai.