Industria del legno | Una tariffa sarebbe un “disastro” per le segherie del Quebec

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(Québec) L’imposizione di una tariffa del 25% rappresenterebbe un duro colpo per il settore forestale e per le regioni del Quebec. Il legname è già duramente colpito da dazi compensativi di quasi il 15% e qualsiasi tariffa si sommerebbe per creare un cocktail esplosivo.


Inserito alle 15:20

“In parole povere, le tariffe si aggiungerebbero ai dazi compensativi, il che sarebbe devastante per l’industria canadese del legname”, avverte l’analista di Vancouver Russ Taylor, esperto dell’industria del legname.

I produttori canadesi e del Quebec di legname, utilizzato soprattutto per la costruzione di case, sono già in piena tempesta. Dal 2017 sono duramente colpiti dai dazi compensativi che attualmente sono intorno al 14,54% quando vendono il loro legname negli Stati Uniti.

In Quebec, diverse segherie hanno annunciato la chiusura negli ultimi mesi. Secondo i dati del 2022, le segherie impiegano più di 10.000 lavoratori nella provincia, senza contare le migliaia di posti di lavoro nel taglio delle foreste.

La tempesta però non è finita. Potrebbe anche peggiorare. Questo perché i dazi compensativi vengono riesaminati ogni anno. Gli analisti prevedono che raddoppieranno nel 2025 fino a circa il 30%.

“Se ci fosse una tariffa del 25%, questa si aggiungerebbe a tutti i dazi doganali in vigore. Quindi, per l’esportazione di legname canadese, il totale sarebbe del 55% e sarebbe un disastro per le segherie canadesi”, avverte Russ Taylor.

Questo quinto conflitto del legname è in corso dal 2017. Gli americani ritengono che l’origine del legname canadese – in gran parte terreni demaniali – costituisca una forma di aiuto mascherato, cosa che Ottawa smentisce.

Siediti con Trump

L’industria del Quebec è ben consapevole di questo scenario. Jean-François Samray, amministratore delegato del Quebec Forest Industry Council, ritiene tuttavia che le tariffe brandite dal presidente eletto Donald Trump difficilmente potrebbero mai concretizzarsi. Sarebbero in un certo senso un modo di negoziare.

“Gli americani non sono autosufficienti, se si verificasse questo scenario, danneggerebbe tutti, su entrambi i lati del confine”, sostiene.

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FOTO ANDRÉ PICHETTE, ARCHIVIO LA PRESSE

Jean-François Samray, amministratore delegato del Consiglio dell’industria forestale del Quebec.

“Il presidente potrebbe imporre tariffe tramite un ordine esecutivo. Ma una cosa resta: il presidente è stato eletto per dare spazio di manovra al bilancio della classe media, colpita dall’inflazione”, dice Samray.

Ma gli americani hanno bisogno del legno del Quebec e del Canada per costruire le case. L’American National Association of Home Builders (NAHB) aveva già stimato che i dazi compensativi imposti dagli Stati Uniti sul legname canadese avrebbero aumentato il prezzo medio di una casa unifamiliare di circa 1.800 dollari.

“In effetti, le tariffe agiscono come una tassa sui costruttori di case, sugli acquirenti di case e sui consumatori americani”, si legge in una e-mail a La stampa il PDG della NAHB, Jim Tobin.

La NAHB chiede da tempo che Ottawa e Washington negozino e accettino di porre fine a questo quinto conflitto sul legname di conifere.

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