Lunedì tutti i sindacati della SNCF hanno invitato i ferrovieri a scioperare dall’11 dicembre alle 19:00. Il motivo principale è quello di chiedere una moratoria sullo smantellamento della Fret SNC, ma anche di protestare contro le condizioni di apertura alla concorrenza delle linee regionali.
Tutti i sindacati del gruppo ferroviario “chiedono al governo di convocare senza indugio una riunione di negoziazione tripartita se vuole evitare uno sciopero”, mentre la prima giornata di mobilitazione organizzata giovedì ha registrato una partecipazione moderata.
“La richiesta di una moratoria sul processo di discontinuità [de Fret SNCF] è più attuale che mai», scrivono le federazioni CGT-Cheminots, Unsa-Ferroviaire, Sud-Rail e CFDT-Cheminots in un comunicato stampa congiunto.
“È impensabile e irresponsabile liquidare un grande attore pubblico essenziale per la decarbonizzazione dei trasporti”, deplorano mentre Fret SNCF, leader francese nel trasporto ferroviario di merci, deve scomparire il 1° gennaio a favore di due nuove filiali, attraverso una cura dimagrante .
I 500 ferrovieri non confermati – su 5.000 – saranno tutti riclassificati in altre società del gruppo, ha promesso la SNCF.
Ma i sindacati vogliono credere che ci sia spazio di trattativa con il nuovo esecutivo europeo e in particolare con Teresa Ribera, commissaria responsabile per la transizione ecologica e la concorrenza.
Lo smantellamento di Fret SNCF è il risultato dell’apertura di un’indagine da parte della Commissione europea sugli aiuti pubblici illegali ed è stato negoziato dal governo francese per evitare procedimenti giudiziari.
L’intersindacato è preoccupato anche per il trasferimento di 1.200 ferrovieri alle filiali del gruppo avvenuto a dicembre, dove il mercato dei treni regionali (TER) si è aperto alla concorrenza.
“È una scelta dogmatica assunta dal presidente [Jean-Pierre] Farandou mirava a preservare i margini della SNCF a scapito delle conquiste sociali dei ferrovieri», esprimono i sindacati, che temono una revisione delle norme che regolano l’organizzazione dell’orario di lavoro.
Chiedono infine una “legge di programmazione pluriennale” per finanziare il mantenimento della rete e “sviluppare il trasporto di merci e passeggeri”.
La giornata di mobilitazione di giovedì scorso, presentata come un “ultimatum” rivolto al governo e alla direzione della SNCF, è stata seguita solo da un quarto dei ferrovieri.
Ma questa volta i sindacati minacciano uno sciopero rinnovabile se non verrà data risposta alle loro richieste.