Lussemburgo: il piano sociale del SES che ha ricevuto aiuti statali è controverso

Lussemburgo: il piano sociale del SES che ha ricevuto aiuti statali è controverso
Lussemburgo: il piano sociale del SES che ha ricevuto aiuti statali è controverso
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Un fronte unito. I sindacati OGBL e LCGB hanno espresso la loro rabbia venerdì dopo l’annuncio ai dipendenti di un piano sociale che potrebbe incidere su 80 posti di lavoro presso l’operatore satellitare lussemburghese SES su una forza lavoro attuale di 680.

Una decisione che il management dell’azienda, con sede a Betzdorf (Grevenmacher), giustifica con una strategia di outsourcing in India. “Ciò non riguarda solo un dipartimento, ma diverse posizioni nell’IT, nell’ingegneria e persino nel servizio comune (amministrativo)”, spiega Julie Roden dell’OGBL. Molti dipendenti del SES occupano posizioni molto specializzate. Si tratta di persone spesso espatriate e molte delle quali dovranno “lasciare il Lussemburgo”, prosegue il segretario centrale.

Denunciando una “scandalosa” “brutale (…) decisione a poche settimane dalle vacanze di fine anno” e chiedendo un “piano di mantenimento del posto di lavoro”, i sindacati criticano il governo per non aver chiesto garanzie sufficienti sull’occupazione in questo dossier. Tanto più che lo Stato, uno dei principali azionisti, detiene il 33,3% dei voti nel consiglio di amministrazione.

Fiore all’occhiello del Lussemburgo, presentato a numerosi capi di stato e personalità straniere durante le recenti visite, l’operatore satellitare ha subito diverse ristrutturazioni negli ultimi anni, inquadrate nel 2020, 2022 e dicembre 2023 da piani di mantenimento dei posti di lavoro. Piani che, secondo il deputato del Lénk Marc Baum, hanno impegnato finanziariamente le autorità pubbliche attraverso strumenti come “l’adeguamento anticipato al pensionamento, gli aiuti al reinserimento temporaneo e gli aiuti alle assunzioni”. Aiuti che il deputato, in questo contesto di esternalizzazione, ha chiesto al governo di quantificare attraverso un’interrogazione parlamentare il 6 novembre, in attesa di una risposta.

L’OGBL teme addirittura che l’azienda proceda sotto mentite spoglie. “Durante l’ultimo piano, lo scorso dicembre, il management non ha parlato di delocalizzazione in India. Tuttavia, non è qualcosa che accade dall’oggi al domani”, afferma Julie Roden. I sindacati temono anche le conseguenze sull’occupazione dell’annunciata fusione con Intelsat.

Lo scorso aprile, SES ha acquisito la sua rivale americana per 3,1 miliardi di dollari, ovvero 2,8 miliardi di euro. “Un’ottima notizia per l’economia lussemburghese”, disse all’epoca il primo ministro Luc Frieden. “La direzione ci ha già detto di distinguere tra questo programma di outsourcing e l’acquisizione di Intelsat che deve ancora essere ratificata negli Stati Uniti”, aggiunge Julie Roden che già teme nuove conseguenze sull’occupazione in Lussemburgo.

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