Sono oltre 19.500 i brasiliani di origine italiana che hanno ottenuto negli ultimi anni il passaporto transalpino grazie ad una piccola società a responsabilità limitata di Chiasso (TI). Questa cifra impressionante è mostrata con orgoglio dall’azienda, che promette una “soluzione facile, legale e garantita al 100%” per ottenere il sesamo. Clienti soddisfatti testimoniano sul suo sito come, una volta naturalizzati, hanno potuto stabilirsi in Europa.
L’azienda beneficia di una particolarità della Costituzione italiana, che dà la precedenza al diritto di sangue nella trasmissione della cittadinanza. Ma per evitare interminabili trafila burocratiche, i candidati da diversi anni si rivolgono a intermediari più “efficienti”, come quello di Chiasso, e talvolta pagano migliaia di euro per ricevere il nuovo passaporto.
Lorenzo Quadri, consigliere nazionale del gruppo UDC e Lega ticinese, considera problematica questa situazione: “Se migliaia di brasiliani otterranno il passaporto italiano, potranno stabilirsi ovunque all’interno dell’Unione Europea o nell’area Schengen. Il rischio è che il nostro Paese, con il suo Stato sociale particolarmente attraente, attiri in maniera massiccia questi neo-europei”. Senza contare che il numero delle aziende che operano in questo tipo di business potrebbe moltiplicarsi. “Il fenomeno è preoccupante; va controllato e approfondito”.
Il sindaco di Chiasso, Bruno Arrigoni, precisa che queste attività sono «probabilmente svolte a distanza» e che non vi è alcuna indicazione che siano illegali. In ogni caso non osserva un’ondata di brasiliani nella sua città. Quanto all’azienda in questione, non ha voluto commentare, “per rispetto della privacy dei suoi clienti in tutto il mondo”.
Attività altamente monitorata in Italia
L’Italia conobbe una massiccia emigrazione verso il Brasile tra la fine del XIX secoloe e l’inizio del XX secoloe secolo. Parliamo di 1,37 milioni di persone. I loro discendenti sono quindi numerosi. Da qui l’appetito di alcune società che fungono da intermediari nelle procedure di naturalizzazione. Solo che alcuni sono sospettati di violare la legge, e in Italia la pratica ha fatto notizia negli ultimi anni. In Veneto sono in corso procedimenti giudiziari contro dieci persone, tra cui tre agenti di polizia. Avrebbero aiutato 157 brasiliani a ottenere un passaporto italiano per 3.000 euro, fornendo informazioni false.