La Procura europea ha annunciato giovedì lo smantellamento nell’UE di una vasta rete di frodi IVA che coinvolge la mafia italiana, che ha portato a una quarantina di mandati di arresto e al sequestro di beni per un valore di 520 milioni di euro. Su richiesta delle sedi della Procura generale europea (BPGE) di Milano e Palermo, un giudice milanese ha adottato queste misure volte a reprimere “un’associazione di delinquenti avente per oggetto la frode IVA intracomunitaria nel commercio di prodotti informatici”. e il riciclaggio dei suoi profitti”, indica la BPGE in un comunicato stampa. L’indagine ha consentito di stimare in 1,3 miliardi di euro l’importo delle false fatture emesse.
Oltre all’Italia, perquisizioni e sequestri sono stati effettuati anche nei paesi dell’Unione Europea interessati da questa frode, in particolare in Lussemburgo, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Bulgaria, Cipro e Paesi Bassi, nonché in Svizzera e negli Stati Uniti. Emirati Arabi, secondo la stessa fonte. Nell’inchiesta in corso denominata “Moby Dick” sono coinvolte complessivamente 200 persone e più di 400 aziende. Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, si è congratulato con gli investigatori, affermando che il successo dell’operazione dimostra “l’impegno del governo nella lotta all’evasione fiscale”, valutata in Italia più di 80 miliardi di euro ogni anno, ovvero quasi il 4% del suo lordo prodotto domestico.
Sette persone sono oggetto di mandati d’arresto europei, di cui quattro nella Repubblica Ceca, nei Paesi Bassi, in Spagna e in Bulgaria. Sono stati sequestrati beni e denaro per un ammontare di oltre 520 milioni di euro. I vertici di questa rete sono accusati anche di aver “favorito associazioni criminali mafiose”. In questo caso si tratta di un clan di Cosa Nostra, la mafia siciliana, e due clan di camorra, la mafia napoletana, secondo l’agenzia Ansa. Europol ha dichiarato giovedì in una nota che “solo in Italia, 129 conti bancari sono congelati e 192 beni immobiliari sono stati sequestrati, oltre a 44 auto e barche di lusso”.
Secondo le ultime stime disponibili di Europol, le cosiddette frodi IVA “carosello” costano all’Unione europea quasi 50 miliardi di euro all’anno. Coinvolge diverse società con sede in almeno due Stati membri dell’UE. Consiste nell’ottenere la detrazione o il rimborso dell’IVA relativa ad una cessione intracomunitaria di beni anche se tale IVA non è stata versata all’amministrazione fiscale interessata. In questo caso, questa frode “carosello” nel commercio di prodotti elettronici e informatici ha coinvolto diversi paesi dell’UE, tra cui il Granducato, nonché esponenti della criminalità organizzata siciliana e campana (regione di Napoli).
“Prevedendo gli enormi profitti derivanti dal business delle frodi carosello, sono entrati in questo settore fornendo finanziamenti, riciclando così i proventi di altre attività criminali”, ha affermato l’accusa. “Moby Dick è un’indagine decisiva per la BPGE. È da tempo che lanciamo l’allarme sul forte coinvolgimento di pericolosi gruppi della criminalità organizzata nelle frodi contro il bilancio dell’UE”, ha commentato in un comunicato stampa la capo della Procura europea con sede a Lussemburgo, Laura Kövesi.
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