L’organizzazione non governativa Public Eye stila un bilancio allarmante sulla qualità dei rapporti di sostenibilità dei principali commercianti svizzeri di materie prime.
In un momento in cui il Consiglio federale intende inasprire gli obblighi di pubblicazione delle aziende soprattutto in termini di impatto ambientale, Public Eye stila un bilancio allarmante sulla qualità dei rapporti di sostenibilità dei principali commercianti di materie prime del Paese. I principali stakeholder negano un approccio fallace.
L’organizzazione non governativa deplora in particolare una presa in considerazione insufficiente o addirittura inesistente delle emissioni indirette legate al commercio di idrocarburi o carbone, a monte e a valle della catena di produzione. Le quantità di emissioni calcolate da Public Eye divergono in proporzioni che vanno dal +10% nel caso migliore – Gunvor – al +120% nel caso peggiore – Mercuria – rispetto alle emissioni effettivamente dichiarate nei rapporti di sostenibilità degli attori interessati, secondo uno studio di una ONG.
Lo somaro designato ha informato Public Eye che la dichiarazione delle emissioni indirette era “facoltativa” nella metodologia utilizzata per i propri calcoli. Interrogato dall’agenzia AWP, Glencore ha riconosciuto che potrebbero sorgere discrepanze tra i propri calcoli e quelli di terzi a causa di “divergenze nei metodi di calcolo e nei postulati di base utilizzati, nonché nell’ambito delle emissioni monitorate”.
Suissenégoce, che difende gli interessi del settore, aveva già reagito domenica sulle colonne del quotidiano Sonntagsblick, ritenendo che attribuire esclusivamente ai commercianti tutte le emissioni legate alla combustione dei propri carburanti fosse “consapevolmente fuorviante”.
Resta il fatto che la pratica in termini di censimento delle emissioni è destinata a diventare in qualche modo standardizzata. “Il disegno di legge (sugli obblighi di pubblicazione in materia di sostenibilità) prevede (…) che i rapporti debbano essere presentati a una società di revisione esterna o a un organismo di valutazione della conformità”, avvertiva a fine giugno il Consiglio federale. Sottolineando l’importanza di adeguare il diritto svizzero agli sviluppi osservati nell’Unione europea, il governo ha tuttavia assicurato di voler prendere in considerazione anche le specificità locali.
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