La Cina chiede alle sue case automobilistiche di rallentare in Europa

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Novità sull'auto elettrica

L’industria automobilistica globale sta cambiando, con la Cina che emerge come uno dei principali attori nel campo delle auto elettriche. Questo fenomeno suscita fascino e preoccupazione allo stesso tempo in Europa, dove i produttori tradizionali si trovano a fronteggiare una concorrenza inaspettata. Immergiamoci nelle sfide di questa nuova situazione nel mercato automobilistico.

L’ascesa dei produttori cinesi in Europa

I numeri parlano chiaro: lo scorso settembre, 60.517 auto elettriche cinesi sono state vendute nell'Unione Europea, diventando questo mese il secondo migliore in termini di vendite dopo ottobre 2023 (67.455 unità). Questa progressione fulminea dimostra la crescente attrazione dei consumatori europei per questi veicoli, spesso meno costosi e dotati di tecnologie all’avanguardia.

Tra i player più importanti troviamo marchi come BYD, MG (appartenente a SAIC) e Nio. Questi produttori non solo esportano i loro veicoli, ma progettano anche di stabilire una presenza a lungo termine sul suolo europeo. BYD, ad esempio, sta costruendo uno stabilimento in Ungheria, mentre SAIC è attivamente alla ricerca di un sito per la propria unità di produzione.

La reazione dell'Unione Europea a questa offensiva

Di fronte a questa svolta spettacolare, l’Unione europea ha deciso di reagire. Da novembre verranno applicati nuovi dazi doganali alle importazioni di auto elettriche cinesi. Queste tasse potrebbero arrivare fino a 35% per alcuni modelliche si aggiunge al 10% già vigente.

L'obiettivo dichiarato è proteggere l'industria automobilistica europea da quella che viene percepita come concorrenza sleale. Bruxelles, infatti, ritiene che i produttori cinesi beneficino di sussidi significativi da parte del loro governo, che consentono loro di offrire prezzi artificialmente bassi.

La strategia di Pechino: tra pressioni e diplomazia economica

Di fronte a queste nuove barriere doganali, il governo cinese non resta con le mani in mano. La sua strategia è strutturata attorno a due assi principali:

  • Incoraggiare i produttori nazionali a rallentare la loro espansione in Europa
  • Considerare misure di ritorsione economica contro alcuni prodotti europei

Per quanto riguarda il primo punto, è interessante notare che questa richiesta del governo cinese assume la forma più di un suggerimento che di un ordine formale. Alcuni produttori, come il Gruppo GAC, hanno già indicato che intendono portare avanti i loro progetti europei nonostante questa raccomandazione.

Quanto alle misure di ritorsione, Pechino sta studiando la possibilità di imporre propri dazi doganali su alcuni prodotti europei, con l'obiettivo di renderne meno redditizia l'esportazione verso la Cina.

Le strategie di insediamento dei produttori cinesi in Europa

Nonostante gli ostacoli, i produttori cinesi sembrano determinati ad affermarsi permanentemente sul mercato europeo. Le loro strategie sono diverse e dimostrano il desiderio di adattarsi alle specificità locali:

  • Costruzione di fabbriche sul suolo europeo (BYD in Ungheria)
  • Ricerca siti produttivi (SAIC, GAC)
  • Partnership con player europei (Leapmotor con Stellantis in Polonia)

Questi diversi approcci mostrano che i produttori cinesi non si accontentano di una semplice strategia di esportazione, ma mirano a una reale integrazione nel panorama industriale europeo.

L’impatto sull’industria automobilistica europea

Di fronte a questa crescente concorrenza, i produttori europei si trovano obbligati a reagire. Alcuni, come Renault o Volkswagen, hanno già annunciato piani ambiziosi per accelerare la transizione all’elettrico e ridurre i costi di produzione.

Altri stanno prendendo in considerazione partenariati strategici. Stellantis, ad esempio, ha collaborato con la startup cinese Leapmotor per produrre la T03, una city car elettrica, nella sua fabbrica polacca insieme ai modelli Fiat.

Questa situazione potrebbe portare a una profonda ristrutturazione dell’industria automobilistica europea, con potenziali fusioni, alleanze o addirittura la scomparsa di attori storici incapaci di adattarsi a questa nuova situazione.

L’arrivo massiccio dei produttori cinesi sul mercato europeo delle auto elettriche segna innegabilmente una svolta nella storia dell’automobile. Tra opportunità e minacce, questo fenomeno costringe tutti gli attori a ripensare le proprie strategie e i propri modelli economici. La posta in gioco è alta: si tratta né più né meno che definire il futuro della mobilità in Europa, con importanti implicazioni in termini di occupazione, innovazione e indipendenza tecnologica. In questo contesto in evoluzione, una cosa è certa: il panorama automobilistico europeo di domani sarà molto diverso da quello che conosciamo oggi.

Scritto da François Zhang-Ming

Ho sempre mostrato un forte interesse per la scienza e la tecnologia fin da quando ero molto giovane. Ho una doppia cultura, cinese attraverso mia madre e francese attraverso mio padre ma anche attraverso i miei studi, che mi permette di conoscere molto bene le innovazioni tecnologiche dell'Estremo Oriente.

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