Il governo Barnier vuole una nuova legge sull’immigrazione, ma dov’è l’applicazione di quella più recente?

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TOMMASO SANSONE / AFP Da sinistra a destra in prima fila: il segretario di Stato Salima Saa, il ministro degli Interni Bruno Retailleau e la portavoce del governo Maud Bregeon all’Assemblea dell’8 ottobre 2024.

TOMMASO SANSONE / AFP

Da sinistra a destra in prima fila: il segretario di Stato Salima Saa, il ministro degli Interni Bruno Retailleau e la portavoce del governo Maud Bregeon all’Assemblea dell’8 ottobre 2024.

POLITICA – Troppe leggi sull’immigrazione uccidono la legge sull’immigrazione. All’interno del governo Barnier, il portavoce e il ministro degli Interni hanno difeso l’idea di una nuova legislazione per “un migliore controllo delle nostre frontiere (…) e arrivare a sistemi di integrazione più efficaci”secondo Maud Bregeon. Ciò nonostante l’ultima legge di questo tipo sia stata promulgata meno di 10 mesi fa, nel gennaio 2024… e ad oggi sia stata attuata meno della metà del suo contenuto.

“Serve una nuova legge”in particolare per consentire “l’estensione” Di “detenzione amministrativa” gli stranieri clandestini ritenuti pericolosi ma “non ci impediamo di pensare ad altre soluzioni”ha dichiarato domenica 13 ottobre il portavoce del governo a BFMTV. Da allora, il ministro dell’Interno di LR Bruno Retailleau ha colto l’occasione, esprimendosi a favore della ripresa del testo uscito dal Parlamento nell’autunno del 2023 prima che il Consiglio costituzionale ne censurasse buona parte.

“Sono stati fatti molti progressi negli ultimi anni e saluto il lavoro svolto dal ministro degli Interni Gérald Darmanin”ha sottolineato Maud Bregeon, uscendo martedì 15 ottobre dal Consiglio dei ministri, a proposito della legge adottata dal governo Borne. Ma “Accogliere favorevolmente questo progresso non significa che siamo arrivati ​​alla fine del percorso. »

La “fine della strada” sembra lontana anche per quanto riguarda le forze dell’ordine. Perché secondo il barometro delle forze dell’ordine dell’Assemblea nazionale solo il 27% delle disposizioni legislative è stato recepito in decreti.

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Pubblicati otto decreti su trenta

Alcune leggi, per essere applicate quotidianamente, devono essere oggetto di decreti attuativi. È il caso della legge sull’immigrazione che, secondo il barometro dell’Assemblea nazionale, richiede 30 decreti affinché tutte queste disposizioni diventino effettive.

Ma secondo questo barometro, in questa fase sono stati adottati solo 8 decreti: si tratta ad esempio dell’impegno di chi richiede un permesso di soggiorno a rispettare i principi della Repubblica o del termine per istituire un obbligo di uscita dal paese territorio (OQTF). Nel complesso, questi decreti sono stati adottati tra il 2 e l’8 luglio, secondo i dati del sito Service-public.fr. E i restanti venti? Il calendario di monitoraggio dell’avanzamento delle leggi sul sito Légifrance permette di stabilire tre categorie.

In primo luogo, le misure la cui entrata in vigore è prevista “differito” a gennaio 2026. La legge sull’immigrazione ne prevede due e in questi casi specifici la mancata promulgazione dei decreti fino ad oggi non sorprende poiché è “previsto nel dicembre 2025”. Ci sono poi gli articoli per i quali i decreti attuativi sono stati immediatamente rinviati a più tardi, metà 2025 o inizio 2026. Si tratta di 2 articoli su 30. Ci sono infine le disposizioni secondo le quali la pubblicazione del decreto era prevista tra “maggio 2024 ” e “settembre 2024”. La legge sull’immigrazione ne ha 18. E dei decreti, in questa fase, non c’è traccia.

Nella metodologia del barometro, gli amministratori lo specificano “anche se la data di entrata in vigore non è trascorsa, la disposizione si ritiene non applicata. » Inoltre, “C’è un divario di circa una settimana tra l’effettiva pubblicazione di un decreto e la sua inclusione nel barometro”. Due criteri da tenere in considerazione perché possono variare il tasso di domanda stimato a metà ottobre al 27%.

Una battaglia di numeri per mascherare la battaglia politica?

Tuttavia, nonostante questo margine di errore, le cifre dell’Assemblea nazionale sono molto lontane da quelle fornite dalla portavoce del governo Maud Bregeon. Al termine dell’ultimo Consiglio dei ministri ha avanzato la cifra di 9 decreti sui 13 necessari, “secondo le informazioni comunicatemi da Matignon”. E per garantire, quasi a giustificare la discrepanza con le cifre dell’Assemblea nazionale, che “nello stesso decreto possono figurare alcune disposizioni”.

Contattati da noi per conoscere i dettagli del calcolo di Matignon o per spiegarci la differenza con il calcolo dell’Assemblea Nazionale che è comunque basato su “dati ufficiali del governo, pubblicati dalla Direzione delle informazioni giuridiche e amministrative (DILA), che è un dipartimento dei servizi del Primo Ministro”il portavoce non ha risposto.

Nell’attuale contesto politico, in cui Marine Le Pen minaccia di censurare il governo Barnier se la sua politica migratoria non corrisponderà alle richieste della RN, il riferimento ad una nuova legge sull’immigrazione è stato percepito come un regalo all’estrema destra per garantire la sua astensione in caso di mozione di censura presentata dalla sinistra. Da notare che se l’idea viene criticata a sinistra, l’idea lascia perplessi anche il presidente del gruppo EPR Gabriel Attal. Senza opporsi direttamente o menzionare flirt con l’estrema destra, lunedì 14 ottobre ha messo in guardia su Inter: “Fare una legge per amore della legge non ha senso”.

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