Non ce ne andiamo arrabbiati, Raphaël.
In una lunga intervista rilasciata a La squadra questo mercoledì, Raphaël Varane, appena in pensione, si prende il tempo per ripercorrere a lungo la sua carriera di successo. Oltre ai motivi fisici che lo hanno spinto a dire basta, il nativo di Lille ne offre anche uno riflessione sul futuro del calcio modernoche considera oggi “velocità eccessiva”. E “molte cose devono essere migliorate”denuncia in particolare Varane “gli imbrogli e i conflitti di interessi onnipresenti in un sistema costruito in modo tale che il giocatore non pensi”.
Varane, che desidera aiutare pensare al calcio in modo diversotenta di avvisare il sovraccarico del calendario (“la macchina sta per rompersi”), IL commozioni cerebrali o il salute mentale dei giocatori. Se denuncia con forza gli eccessi di un settore molto particolare in cui il giocatore non ha voce in capitolo, mette in guardia anche controevoluzione del gioco di per sé: « C’è molta meno creatività, meno geni sul campo. Tutto è robotico, c’è molta meno libertà. » Secondo lui, il suo ex mentore al Real Madrid Carlo Ancelotti sarebbe addirittura uno degli ultimi allenatori attuali a dare libertà ai suoi giocatori.
L’ambasciatore del calcio che amiamo.
Come questo sito è diventato il riferimento per le uscite di costumi da bagno