Anche le critiche mosse dal PFPDT alla Digitec Galaxus sollevano interrogativi

Anche le critiche mosse dal PFPDT alla Digitec Galaxus sollevano interrogativi
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Il responsabile federale della protezione dei dati e della trasparenza (PFPDT) ha pubblicato il rapporto finale della sua indagine su Digitec Galaxus. I critici sollevano la questione dell’equilibrio tra trasparenza e completezza nelle dichiarazioni sulla protezione dei dati.

Il commissario federale per la protezione dei dati e la trasparenza (PFPDT) ha pubblicato il rapporto finale della sua indagine sul colosso svizzero dell’e-commerce Digitec Galaxus. Il PFPDT critica in primo luogo la dichiarazione sulla protezione dei dati della Digitec Galaxus, chiedendo una descrizione più precisa e limitata ai dati effettivamente trattati. L’obiettivo è combattere il trattamento “su base riservata” dei dati e aumentare la trasparenza. Questa raccomandazione è stata respinta da Digitec Galaxus.

In secondo luogo, il rapporto afferma che richiedere ai clienti di creare un account viola il principio di proporzionalità. Il PFPDT suggerisce quindi di offrire la possibilità di acquistare come ospite, raccomandazione che Digitec Galaxus ha accettato.

Sylvain Métille, professore di protezione dei dati all’UNIL e avvocato dello studio HDC, ha commentato questo rapporto su Linkedin. Sottolinea in particolare che si tratta di una procedura effettuata nell’ambito della vecchia LPD e che le raccomandazioni formulate dal PFPDT non sono vincolanti. L’esperto sottolinea inoltre che la raccomandazione di descrivere soltanto i trattamenti di dati effettivamente effettuati è difficilmente attuabile da parte del titolare del trattamento. «L’equilibrio tra l’informazione sugli eventuali trattamenti (per essere sicuri di essere completi e non commettere reati penali) e solo sui trattamenti effettivamente effettuati (per informare adeguatamente l’interessato) è sempre delicato. Ciò solleva anche la questione se dalla dichiarazione sulla protezione dei dati o dalla risposta al diritto di accesso debbano emergere informazioni precise sul trattamento concreto», spiega Sylvain Métille.

Si noti che la seconda questione sollevata, vale a dire la violazione del principio di proporzionalità da parte dell’obbligo di creare un conto cliente, si pone anche nell’ambito degli acquisti fisici. Ricordiamo che Decathlon Svizzera aveva implementato un programma omnichannel richiedendo ai clienti di fornire dati personali per effettuare un acquisto in negozio. Di fronte alle critiche, il marchio sportivo ha finalmente rinunciato a questa pratica.

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