Durante la trasmissione Affare fatto mercoledì 22 gennaio un venditore è venuto a regalare un bellissimo carillon d’argento. Questo prezioso oggetto, il cui meccanismo anima un uccellino che canta ed esibisce vere piume di colibrì, ha attirato l’attenzione di esperti e acquirenti. Stimato 400 euro, questo pezzo raro ha suscitato dibattito in sala d’asta. Gli acquirenti dubitavano della data di creazione della scatola, collocata secondo l’esperta Violette Stcherbatcheff tra il XVIII e il XIX secolo.
Affare fatto : un acquirente nasconde ai suoi colleghi informazioni cruciali su un oggetto offerto nella sala d’asta
Questo raro oggetto, probabilmente risalente al XVIII o XIX secolo, ha suscitato l’interesse degli acquirenti. Tuttavia, l’informazione cruciale riguardante la data esatta di creazione non è stata condivisa da Christine Metais, una delle acquirenti, che ha preferito tenerla per sé: “All’inizio pensavo che fosse più tardi. Ma quando ho guardato da vicino ho visto i tratti distintivi“, ha confidato l’acquirente. Ha continuato: “Ovviamente non l’ho detto ai miei accoliti, perché proprio accanto al punzone dell’argento c’era un punzone del 18esimo secolo.” Questa scoperta confermò a Christine Metais che l’oggetto era molto più antico di quanto pensasse. Questa strategia di non rivelare le informazioni chiave ha dato i suoi frutti: “Conosco quell’FX (François Xavier Renou, ndr) Anche a me piace questo tipo di oggetto. Ma forse non è proprio il suo ciclo mestruale, ecco perché me lo ha lasciato comprare” ha spiegato prima di concludere: “Ero davvero felice. Il punzone non lascia dubbi, è del XVIII secolo.” Alla fine l’acquirente si è aggiudicato l’asta pagando 1.250 euro per un oggetto inizialmente stimato a 400 euro.
Giulia Vignali vieta l’ingresso in sala d’aste ad un venditore in Affare fatto
Il giorno prima, il 21 gennaio, un altro venditore aveva tentato la fortuna offrendo un vassoio che pensava fosse firmato da Émile Gallé. Purtroppo l’esperta Violette Stcherbatcheff ha subito individuato delle incongruenze nella firma, dichiarandola un falso: “Non mi piace. Non è solita. (…) questa firma è falsa.” Di fronte a questa rivelazione, Julia Vignali ha preso una decisione rara vietando al venditore l’accesso alla sala d’asta: “Non possiamo essere responsabili della rivendita di un falso perché dobbiamo tagliare la catena dei contraffattori“, ha spiegato.
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