DayFR Italian

Scoprite le nostre impressioni sulla serie “L’Appel” di Luc Dionne

-

Con la stagione fredda e i vortici polari arriva una nuova proposta televisiva da non perdere assolutamente: la serie L’Appel, la nuova creazione dell’instancabile Luc Dionne. In questo caso, la guerra contro i motociclisti guidata da Maurice “Mom” Boucher diventa un thriller avvincente, come se ne trovano troppo pochi in Quebec. Ecco una produzione, firmata Aetios, che adempie al suo dovere di ricordare tanto quanto al suo mandato di intrattenere!

Estate 1997. La squadra Carcajou, supportata dal consulente legale Charbonneau, lavora duramente per accumulare prove contro mamma Boucher e la sua banda di motociclisti, oltre all’omicidio di due guardie carcerarie. Dovranno unire le forze per porre fine alla carneficina e abbattere finalmente il leader della Angeli dell’inferno. Nella mischia, alcuni membri del clan dovranno voltarsi indietro e diventare informatori.

Molti di noi ricordano questo momento allarmante nelle nostre notizie del Quebec, in particolare quando il giornalista Michel Auger fu ucciso nel parcheggio dell’ Giornale di Montreal. Questi eventi hanno fatto notizia per mesi, provocando un certo panico. Ciò che L’Appel offre, però, è rivivere gli eventi dall’interno, come se fossimo lì. Gli agenti di polizia privati ​​del sonno e sotto pressione lavorano giorno e notte per raggiungere i loro obiettivi. Dopo importanti arresti si svolse un primo processo, ma il risultato fu un fiasco. Alla fine ci vorranno France Charbonneau e diversi investigatori esperti per mandare a languire in prigione coloro che hanno guidato un regime di terrore in diverse regioni del Quebec.

Appassionato da tempo di questo argomento, Luc Dionne ha letto tutto sugli arresti effettuati dalla squadra Carcajou nel 1997. Oltre ad aver potuto discuterne di persona con diverse persone coinvolte nel caso, tra cui la stessa France Charbonneau (che ha anche ha elogiato la serie questa settimana), l’autore ha divorato migliaia di pagine di trascrizioni di interrogatori. Quindi conosce l’argomento come il palmo della sua mano. È per questo motivo che ha potuto scrivere in pochi mesi questo piccolo gioiello di scenario, in cui ripercorre tutti i momenti salienti di questa lotta spietata, senza tempi morti né passi falsi. Fedele a se stesso, il prolifico autore impressiona con la sua penna tagliente e la sua capacità di affascinare, mettendo in risalto il prezioso lavoro di diversi rappresentanti della giustizia.

È supportato qui da Julie Perreault, che è arrivata con La chiamata il suo primo mandato di regia da solista. Non sarà l’ultimo, se contiamo sul risultato presentato lunedì ai media. Julie Perreault ha saputo utilizzare la materia prima offerta da Luc Dionne e magnificarla fino a farne uno dei thriller polizieschi più avvincenti degli ultimi anni. Il risultato ricorda alcuni grandi titoli americani come JFK, Argo o Spotlight. Non potrete rinunciare a questa proposta affascinante, presentata con il botto, in cui pullulano riferimenti al Quebec degli anni ’90.

Ovviamente, per ottenere il risultato che scoprirete, abbiamo dovuto contare anche sul lavoro degli attori che, sotto la direzione di Julie Perreault, offrono tutti delle performance fenomenali. Al top della loro forma, Magalie Lépine-Blondeau, Patrice Robitaille e Pier-Luc Funk impressionano particolarmente, proponendo scene forti che vi faranno venire i brividi. In un ruolo di poche parole, Vincent Graton si dimostra altrettanto sorprendente nel ruolo di Maurice “Mom” Boucher, facendo spesso venire i brividi lungo la schiena con uno sguardo semplice.

Un saluto affettuoso a tutti gli artisti e artigiani di questa produzione di alto livello, che vale sicuramente la pena inserire nella vostra agenda!

The Call è visibile da giovedì 23 gennaio, con due puntate a settimana, su illico+.

Guarda le immagini qui sotto.

Related News :